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Recupero crediti, Monetti (Monetti & Associati): “L’approccio bonario e stragiudiziale è spesso quello più proficuo”

Il settore del recupero crediti è in momento di trasformazione: gli interventi del regolatore e la tecnologia fanno sentire il loro influsso su operatori, attività e mercato. Quali evidenze stanno emergendo?

In un contesto economico sempre più instabile, il tema del recupero crediti rappresenta una delle principali sfide per imprese, banche e professionisti. Una gestione efficiente del credito prevede infatti la capacità di reagire in tempi rapidi ed efficaci di fronte a situazioni di inadempimento, deterioramento o insolvenza.

Dalla comunicazione con il debitore alla formalizzazione di un’azione legale, passando per strategie extragiudiziali e strumenti di negoziazione, ogni fase del recupero richiede competenze specifiche, attenzione alla normativa vigente e sensibilità nel bilanciare diritti del creditore e tutele del debitore.

In questo scenario, il ruolo dell’avvocato specializzato è diventato centrale: non solo come tecnico del diritto, ma come vero e proprio stratega, in grado di consigliare percorsi sostenibili, minimizzare i tempi e gestire i rischi legati alle procedure esecutive.

Per approfondire l’argomento abbiamo intervistato l’Avv. Marco Monetti, Founder and Legal Marketing Manager dello Studio Legale Monetti&Associati, andando ad analizzeremo le criticità più ricorrenti, le strategie più efficaci e le novità giurisprudenziali e tecnologiche che stanno ridefinendo l’approccio al credito insoluto.

Quali tendenze stanno emergendo nel settore del recupero crediti?

La tendenza più significativa riguarda l’adozione di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale, con applicazioni prevalenti nel monitoraggio e nell’analisi dei dati e nell’automazione dei processi. L’intelligenza artificiale permette di condurre analisi comportamentali sui debitori, sviluppare modelli predittivi e automatizzare specifiche attività, elementi destinati a migliorare l’efficacia e l’efficienza del recupero crediti.

Un ulteriore aspetto rilevante è rappresentato dall’inserimento nel PNRR italiano di misure volte alla riduzione dei tempi di pagamento nella Pubblica Amministrazione e dei tempi processuali. Queste iniziative evidenziano come nel nostro Paese la questione della tempistica nel recupero crediti sia percepita come un obiettivo strategico.

Tra le novità più significative va inoltre menzionata l’apertura del mercato secondario dei crediti NPL (Non-Performing Loans), che potrebbe determinare una gestione più efficace dei crediti deteriorati e rappresentare al contempo una nuova opportunità di investimento.

Quali sono secondo la sua esperienza gli approcci e strumenti più efficaci per aumentare le percentuali di successo nel recupero crediti?

Quando ci si trova di fronte a crediti scaduti, ritengo opportuno adottare una strategia graduata che privilegi inizialmente un approccio bonario, per poi evolvere verso una negoziazione strutturata. Quest’ultima può includere la proposta di piani di pagamento rateali o l’applicazione di sconti per pagamenti anticipati. Tale strategia si dimostra frequentemente più redditizia rispetto a costose e prolungate azioni legali, da effettuare sol successivamente.

Consiglio inoltre di valutare la gestione del credito in outsourcing, affidandosi a studi legali specializzati (come per esempio il nostro) oppure a società di recupero crediti al fine di conseguire risultati superiori.

La scelta della gestione esterna del recupero crediti, anche se presenta costi maggiori rispetto a quella interna, genera profitti, in termini di percentuali di recupero, statisticamente più elevati.

Come cambia il processo quando il debitore è una pubblica amministrazione o quando si tratta di recupero crediti internazionali?

Per quanto riguarda la pubblica amministrazione, raccomando sempre di verificare la corretta stipulazione del contratto, che richiede il rispetto della normativa in materia di evidenza pubblica e di contabilità. Il mancato rispetto di tali disposizioni potrebbe compromettere la validità del rapporto contrattuale.

La tempistica rimane un elemento cruciale: gli enti pubblici sono tenuti a rispettare termini di pagamento specifici – generalmente 30 giorni dalla ricezione della fattura – e, decorso tale termine, maturano automaticamente interessi moratori. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano ha inserito tra le sue riforme strutturali la Riforma n. 1.11, dedicata alla riduzione dei tempi di pagamento da parte delle pubbliche amministrazioni e delle autorità sanitarie. A seguito delle modifiche al PNRR approvate dal Consiglio dell’8 dicembre 2023, è stata introdotta la milestone M1C1-72bis, che definisce misure specifiche per accelerare il miglioramento dei tempi di pagamento delle amministrazioni pubbliche.

Per i crediti internazionali, la complessità aumenta considerevolmente. È necessario considerare tre elementi fondamentali: la legislazione del paese del debitore, gli accordi internazionali esistenti e la sostenibilità economica del recupero.

All’interno dell’Unione Europea disponiamo di strumenti agevolati come il decreto ingiuntivo europeo e la procedura per le controversie di modesta entità, che semplificano notevolmente il processo nonché l’esistenza di regolamenti europei finalizzati a creare norme uniformi sul territorio europeo. In ogni caso consiglio di inserire clausole di risoluzione delle controversie già nei contratti e, comunque, di ricorrere a strumenti di risoluzione stragiudiziale delle controversie come l’arbitrato internazionale.

Per i creditori esteri che intendono recuperare crediti in Italia, vale quanto detto sopra, privilegiare strumenti di risoluzione extragiudiziale e nel caso in cui si necessario finire in Tribunale: adottare strumenti semplificati quali il decreto ingiuntivo europeo; affidare incarichi a studio legali specializzati e essere pronti a sopportare i tempi della giustizia italiana che, rimangono estremamente più lunghi rispetto alla media europea.

Come hanno cambiato le cose le nuove normative sulla crisi d’impresa, in particolare i concordati e i piani attestati, per chi si occupa di recupero crediti?

Per il momento poco. Le continue riforme e la difficoltà nella comprensione e applicazione delle norme, ha generato una certa confusione negli operatori che ha determinato il mancato decollo della procedura.

Si tratta, comunque, di una trasformazione rilevante nel nostro settore, che impatta sulle strategie e sulle competenze di chi si occupa di recupero crediti. Il nuovo Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza, tende ad introdurre un’importante cambiamento culturale: il passaggio da un approccio liquidatorio a uno conservativo, dove l’obiettivo primario consiste nel salvaguardare l’impresa consentendone la continuità e garantendo al contempo ai creditori la migliore soluzione satisfattiva.

Questo cambiamento impone ai professionisti che assistono i creditori di non limitare la propria attività al mero recupero del credito, ma richiede un’attenta analisi e valutazione dei piani di risanamento, elaborando previsioni concrete sulle effettive possibilità di recupero dell’impresa. Per conseguire tale obiettivo risulta opportuno disporre di un team multidisciplinare che includa anche professionisti con solide conoscenze in campo aziendale e finanziario.

(Contenuto realizzato in collaborazione con Studio Legale Monetti&Associati)

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