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La stabilità finanziaria delle famiglie italiane migliora

La stabilità finanziaria delle famiglie italiane migliora

L’economia globale continua a beneficiare degli effetti della campagna di vaccinazione e delle politiche espansive delle autorità monetarie e fiscali. 

Segnali di rallentamento sono tuttavia emersi negli ultimi mesi, a seguito di rigidità di un’offerta che, insieme all’incremento del prezzo delle materie prime e dei prodotti energetici, sta determinando pressioni sui prezzi più persistenti del previsto. 

In base a quanto valutabile al momento, gli effetti sulle aspettative di inflazione a lungo termine sono stati finora di lieve entità. 

Sui mercati finanziari gli spread sovrani di alcuni paesi dell’area dell’euro hanno registrato un marcato aumento in questi ultimi mesi, anche in Italia, in connessione con i timori di un’eventuale riduzione dell’accomodamento monetario. 

La situazione italiana

In Italia i rischi per la stabilità finanziaria sono moderati, secondo l’analisi semestrale della Banca d’Italia; persistono però vulnerabilità di medio termine, collegate soprattutto alla possibilità che la crescita economica, attualmente ancora piuttosto solida, perda di intensità. 

I programmi di acquisto di titoli pubblici e privati dell’Eurosistema contribuiscono a mantenere distese le condizioni di finanziamento sui mercati, anche nel comparto dei titoli di Stato. 

Gli spread sulle obbligazioni private rimangono su livelli storicamente bassi, sia nel segmento investment grade sia in quello high yield. 

La progressiva riduzione dei tassi di insolvenza delle imprese, resa possibile dal buon andamento dell’economia, attenua anche il rischio di bruschi cali dei corsi obbligazionari. 

Prosegue la graduale ripresa del mercato immobiliare italiano, in linea con l’evoluzione del quadro congiunturale, e certamente anche grazie ai forti incentivi governativi, recentemente confermati. 

I rischi per la stabilità finanziaria derivanti da questo settore rimangono contenuti, diversamente da quanto si osserva in altri paesi europei, dove i prezzi degli immobili stanno crescendo in modo marcato ed emergono segnali di una loro sopravvalutazione.

Qualità dei rischi

I rischi connessi con la situazione finanziaria delle famiglie restano nel complesso limitati. 

Il miglioramento del ciclo economico e i provvedimenti di sostegno si sono tradotti in una crescita complessiva del risparmio e della ricchezza finanziaria, sebbene non omogenea tra le diverse categorie di famiglie. 

L’indebitamento, in moderato aumento, rimane basso nel confronto internazionale; la capacità di rimborso dei prestiti è buona, anche grazie ai bassi tassi di interesse (che rimarranno tali ancora almeno per tutto il 2022 e sicuramente parte del 2023); la quota di debito detenuto dai nuclei finanziariamente vulnerabili è relativamente contenuta. 

La situazione delle imprese

La ripresa della redditività, l’abbondante liquidità accumulata nel periodo della pandemia e le favorevoli condizioni di accesso al credito contribuiscono a un significativo miglioramento dei bilanci delle imprese. 

Grazie alla solida ripresa dell’economia, la progressiva riduzione delle misure pubbliche di sostegno sta avvenendo senza indurre eccessive tensioni, fortunatamente. 

Rischi potrebbero derivare da un’evoluzione del quadro economico e della redditività delle aziende meno favorevole di quanto ci si attende al momento. 

La situazione bancaria, sempre importante

Gli interventi del Governo a sostegno di famiglie e imprese e la ripresa economica hanno contribuito ad attenuare gli effetti della pandemia sulla qualità degli attivi bancari; il tasso di deterioramento dei prestiti è stabile su livelli storicamente contenuti, e le dismissioni di crediti deteriorati proseguono. 

Sono tuttavia aumentati i prestiti in bonis (cioè quando un’azienda è solvibile) oggetto di misure di concessione (esposizione forborne), soprattutto tra i prenditori che hanno beneficiato di moratorie. 

È ovviamente importante che le banche prestino particolare attenzione alla valutazione della capacità di rimborso dei debitori e alle conseguenti decisioni di accantonamento. 

In prospettiva, un fattore di vulnerabilità per gli intermediari può derivare dalla crescente digitalizzazione dei servizi finanziari e dal maggiore ricorso all’esternalizzazione di attività, che aumentano l’esposizione ai rischi cibernetici e a quelli per la continuità operativa. 

La consapevolezza di questi nuovi rischi da parte degli intermediari, nonché la loro integrazione nei sistemi di governo e controllo, sono fondamentali per un’efficace azione di contrasto.

La redditività bancaria è migliorata in misura significativa nella prima metà dell’anno scorso, principalmente per effetto del calo delle rettifiche di valore su crediti. Altri fattori che hanno contribuito, come i ricavi da negoziazione, hanno invece natura temporanea. 

La patrimonializzazione si è leggermente ridotta; essa dovrebbe risentire in maniera contenuta della ripresa del pagamento dei dividendi a seguito della scadenza delle raccomandazioni emanate dai supervisori, che avevano posto limiti alla loro distribuzione durante la fase più acuta dell’emergenza sanitaria. 

La situazione delle assicurazioni

Il settore assicurativo è tornato alle condizioni pre-pandemia. Nell’anno da poco finito, l’indice di solvibilità medio delle compagnie assicuratrici è ulteriormente salito. La redditività e la raccolta premi sono aumentate grazie al buon andamento del comparto vita

Infine, il settore finanziario

Prosegue la dinamica positiva della raccolta netta dei fondi comuni. La quota di patrimonio gestito da quelli vulnerabili a variazioni dei margini di garanzia è lievemente cresciuta; l’aumento è riconducibile a un numero limitato di fondi che non hanno comunque avuto tensioni nella gestione dei riscatti. I rischi per la stabilità finanziaria derivanti dal comparto restano contenuti.

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