di:  

tasso di deterioramento

Credito alle imprese: tasso di deterioramento in crescita

Secondo le stime di ABI e Cerved il tasso di deterioramento del credito alle imprese toccherà il 3,1% nel 2023, per raggiungere il 3,8% nel 2024. Gli incrementi maggiori riguarderanno microimprese e grandi imprese, in particolare industria e agricoltura.

Outlook ABI-Cerved: tasso di deterioramento del credito al 3,1%

Inflazione, aumento dei tassi d’interesse e rallentamento dell’economia causeranno un nuovo aumento dei crediti deteriorati per le imprese. È quanto emerso dal nuovo report Outlook ABI-Cerved 2023-2025. Nel 2023 il tasso del deterioramento del credito alle imprese toccherà il 3,1%, rispetto al 2,2% dell’anno precedente, e superando per la prima volta i valori pre-covid che nel 2019 si attestavano al 2,9%.

Secondo le stime di ABI e Cerved a pagare il prezzo più alto saranno le microimprese, con un tasso di deterioramento che passerà dal 2,4% al 3,3%, e le grandi imprese, che registreranno un aumento dei crediti deteriorati dall’1% all’1,9%.

Per quanto riguarda i settori, dal report si evince un maggiore incremento dei nuovi crediti in default per l’industria (dall’1,7% del 2022 al 2,8% del 2023) e per l’agricoltura (dall’1,8% del 2022 al 2,8% del 2023). Il comparto dei servizi registra il tasso di deterioramento più elevato con il 3,2%. A seguire quello delle costruzioni con il 2,9%, che tuttavia rimane al di sotto dei valori pre-covid.

A livello geografico, l’aumento coinvolge in linea generale tutte le aree del Paese, comprese le regioni del Nord Italia. Nel 2023, il Mezzogiorno si conferma l’area con il tasso di default più elevato al 4%, pur attestandosi al di sotto dei livelli pre-covid (4,2%). Al secondo posto per livello di rischiosità, le regioni del Centro Italia con un tasso di deterioramento del credito pari al 3,7%.

Le previsioni per il biennio 2024-2025

L’aumento dei flussi di nuovi Npl non riguarderà soltanto l’anno in corso. Secondo le previsioni di ABI e Cerved, nel 2024 il tasso di deterioramento del credito raggiungerà un picco del 3,8% (il valore più alto dal 2016), per poi ridiscendere nel 2025 fino al 3,1%.

Nel 2024, l’aumento dei crediti in default interesserà ogni settore, con un peggioramento più accentuato per le costruzioni (dal 2,9% del 2023 al 3,9% del 2024), per i servizi (dal 3,2% al 3,9%) e per l’industria (dal 2,8% al 3,5%). A livello territoriale, nel 2024 si registrerà una crescita maggiore di Npl nel Nord-Ovest (dal 2,6% del 2023 al 3,4%), mentre il Sud e le Isole continueranno ad essere le zone più rischiose (4,6%), seguite dalle regioni del Centro (4,4%).

“Avevamo previsto che nel corso del 2023, a causa delle incognite derivanti dal contesto geo-politico e con la fine certa delle misure emergenziali applicate nel periodo pandemico, i crediti deteriorati delle imprese sarebbero tornati a crescere” ha dichiarato Andrea Mignanelli, amministratore delegato di Cerved Group. “Il mercato però negli ultimi anni si è strutturato per gestire l’aumento dei volumi di Npl e sono maturate anche le politiche di gestione delle banche e degli operatori specializzati. In questa delicata fase economica, è necessario gestire gli Npl con stabilità e regole certe. Dati, algoritmi e tecnologie consentono di rendere più efficiente lo smaltimento dei crediti deteriorati, continuando a finanziare le imprese”.

CONDIVI QUESTO ARTICOLO!

Iscriviti alla newsletter

    La tua email *

    Numero di cellulare

    Nome *

    Cognome *

    *

    *

    Inserisci sotto il seguente codice: captcha