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Centrale Rischi, Damiani (CRP): “Il vero rischio è non conoscerla”

Cos’è e come funziona la Centrale Rischi di Banca d’Italia? Ne abbiamo parlato con Marco Damiani di CentraleRischiPRO.

In una fase storica dove l’accesso al credito sta diventando sempre più complicato per via dei rialzi dei tassi di interesse, per le figure professionali che operano nel settore finanziario e del credito è diventato ancora più importante comprendere il funzionamento della Centrale Rischi di Banca d’Italia. Abbiamo approfondito l’argomento con Marco Damiani, ideatore del metodo Centrale Rischi Pro

Come funziona la Centrale Rischi di Banca d’Italia e come incide nel calcolo del merito creditizio di un’azienda? 

La Centrale Rischi, come definita da Banca d’Italia, è un sistema informativo, gestito direttamente da Bankitalia, che raccoglie le informazioni fornite da banche e società finanziarie sui crediti che concedono ai loro clienti.

Banca d’Italia fa quindi da aggregatore dei dati, per poi fornire le informazioni raccolte su uno specifico nominativo, principalmente a:

Intermediari segnalanti, con il flusso di ritorno;

Intermediari non segnalanti a seguito di una richiesta di “prima informazione” (che avviene ad esempio in occasione di richiesta finanziamento da parte di un nuovo cliente);

Diretto interessato, che può accedere ai propri dati in centrale rischi a seguito di specifica richiesta con CNS o SPID da inoltrare tramite la piattaforma di banca d’Italia, via pec compilando il modulo di richiesta;

Legale rappresentante di aziende che, per le richieste effettuate via SPID o CNS, ha la possibilità di accedere all’abbonamento di 12 mesi per ricevere gratuitamente, all’inizio di ogni mese, la centrale rischi Banca d’Italia aggiornata (Esempio: il 5 novembre riceve la pec con l’aggiornamento dati al 30 settembre).

Il concetto generale è che per privati e aziende la Centrale Rischi è un “guardarsi allo specchio”. Se sono un imprenditore, ad esempio, posso richiedere la Centrale Rischi della mia azienda per conoscere le informazioni che la riguardano, capire quali considerazioni ed eventuali rischi può dedurne la banca ma non posso chiedere la Centrale Rischi di un mio cliente o potenziale cliente. 

La Centrale Rischi è l’unica banca dati creditizia a segnalazione obbligatoria per gli intermediari finanziari e prevede un limite minimo di segnalazione di 30.000 euro di affidamenti/garanzie (per singolo intermediario) per le aziende in bonis, che si riduce drasticamente a 250 euro per le aziende con posizioni a sofferenza o sofferenze girate a perdita.

Proprio per il limite di segnalazione di 30.000 euro per intermediario, la Centrale Rischi lascia spazio ai quattro Sistemi di informazioni Creditizie privati, soprattutto per operazioni di importo ridotto, ma non solo.

Le informazioni in CR, soprattutto per le PMI, sono determinanti e incidono nel calcolo del rating bancario in misura maggiore rispetto al bilancio, principalmente per due motivi:

– i dati della CR hanno fonte bancaria e quindi considerati più attendibili, a differenza del bilancio che fornisce dati di fonte aziendale;

– sono dati molto più aggiornati rispetto al bilancio, in quanto hanno un ritardo di solo 35 gg. ca se chieste all’inizio del mese (es. dati del 30 settembre disponibili al 5 novembre) ma in diversi casi specifici contengono anche informazione aggiornate dopo alcuni giorni; sono le cosiddette “Segnalazioni Inframensili” che rappresentano le news su quella posizione e hanno un valore temporaneo fino alla successiva segnalazione mensile.

Come possono essere analizzati strategicamente i dati in Centrale Rischi e come questa analisi può permettere di migliorare le condizioni bancarie, l’accesso al credito e il rating? 

Dobbiamo partire dal presupposto che ogni azienda deve avere il controllo dei dati in Centrale Rischi, direttamente o tramite un proprio professionista, avendo però anche il controllo della gestione di queste informazioni che, ricordiamolo, hanno carattere riservato e sono coperte dal segreto d’ufficio ex art. 7 T.U.B. (come citato anche nel 20° aggiornamento di ottobre 2021 della Circolare n. 139 dell’11 febbraio 1991).

Un’azienda dovrebbe sicuramente sottoscrivere l’abbonamento gratuito di Banca d’Italia per ricevere ogni mese l’aggiornamento delle informazioni direttamente sulla propria pec.

Oltre a questo, ogni 3 mesi dovrebbe fare un’analisi storica dei 36 mesi, evitando di analizzare le informazioni accumulate mese per mese ma facendo una richiesta specifica aggiornata.

Abbiamo detto all’inizio dell’articolo che la centrale rischi, soprattutto per le PMI incide nel calcolo del rating creditizio molto più del bilancio.

Monitorando queste informazioni con approccio proattivo, con l’obiettivo di migliorarle, l’azienda può impattare positivamente sul calcolo del rating e di conseguenza facilitare l’accesso al credito, a condizioni migliorative.

Teniamo inoltre in considerazione che la Centrale Rischi impatta ogni mese sul calcolo del rating, mentre il bilancio una volta sola alla consegna del definitivo (e in misura minore con infrannuale).

Una segnalazione negativa, anche se errata, può peggiorare il rating di un’azienda, come una PMI può tutelarsi da questo tipo di situazione? 

Assolutamente, si. Una segnalazione, come tale, va ad incidere ogni mese nel ricalcolo del rating attribuito al cliente, indipendentemente dal fatto che sia errata o meno.

Vi faccio un esempio concreto di un anticipo fatture estero di 200.000 euro, estinto per errore con 5 giorni di ritardo, che ha comportato un peggioramento di due livelli di rating su tutte le banche con cui lavorava l’azienda.

Si, perché i dati in Centrale Rischi non incidono solo sul rating dell’intermediario dove è presente lo sconfino, ma irradiano la problematica su tutto il sistema bancario e una segnalazione negativa, anche se errata, incide negativamente sul rating di ogni intermediario con cui opera quell’azienda.

L’unico modo è avere il pieno controllo dei dati e agire tempestivamente ma con approccio collaborativo con la banca.

Se si agisce tempestivamente una segnalazione errata può essere rettificata prima che vada ad incidere sui rating delle varie banche.

Di solito però a fronte di uno sconfino rilevante è la banca che contatta il cliente per avere un chiarimento. Il cliente non ne sa nulla, contatta le altre banche per capire da dove deriva lo sconfino, ma nel frattempo sta già dimostrando alle banche che non ha il controllo della propria situazione, e nel frattempo la segnalazione ha già avuto impatto sui rating di tutte le banche.

Purtroppo, è molto frequente questa situazione.

Quando parlo della centrale rischi, dico sempre che l’unico rischio è non conoscerla.

Come è nato il metodo Centrali Rischi Pro e come funziona?

Sono un ex direttore di banca, ho lavorato nel settore per 20 anni, di cui 10 come responsabile di filiale.

CentraleRischiPRO è un progetto che nasce nel 2016 e mette in pratica le mie esperienze e le mie analisi sulla relazione tra banca e impresa.

Avevo inoltre notato che le banche dati creditizie (in primis Centrale Rischi Banca d’Italia), che sono elemento fondamentale per la banca, non solo nella prima fase di analisi del merito creditizio, ma anche nella successiva fase di monitoraggio del credito, erano assolutamente “sconosciute o sottovalutate” all’esterno della banca, sia da imprese che professionisti.

Si parlava molto di bilancio e business plan, ma le banche dati creditizie venivano sottovalutate (e quindi non tenute in considerazione).

Mi incuriosiva molto il fatto che dal punto di vista dell’imprenditore la Centrale Rischi fosse uno strumento ad uso “esclusivo” della banca, quando invece la normativa prevede che il cliente, non solo possa accedere a queste informazioni, ma che addirittura gli venga riconosciuta, a sua tutela, la facoltà di accedere a informazioni più approfondite rispetto a quelle a cui accede la banca.

Conoscendo molto bene la Centrale Rischi, ho creato un software di analisi della Centrale Rischi Banca d’Italia che mi permette di analizzare le informazioni nell’ottica del deliberante, utilizzando anche il beneficio della normativa.

Nel 2016 il tema della Centrale Rischi era poco affrontato: oggi, dopo l’entrata in vigore degli adeguati assetti organizzativi e del nuovo codice della crisi di impresa, c’è più consapevolezza ma il tema viene comunque ancora sottovalutato.

CentraleRischiPRO è molto apprezzato da chi ha esperienza bancaria, è infatti uno strumento creato nell’ottica del deliberante di banca.

 Si differenzia da altri servizi per i seguenti motivi:

– È un approccio alla Centrale Rischi che va oltre alla semplice automazione, al servizio del professionista che conosce bene la materia. Evitiamo specifiche analisi che, se automatizzate, posso creare errori di interpretazione (citiamo a titolo di esempio il tema dei fidi promiscui).

– Nell’era dei BigData, tuteliamo i dati riservati contenuti nella Centrale Rischi con elaborazioni offline e crittografate, nel rispetto della normativa.

 La nostra soluzione è ideale per:

– Progetti Fintech che cercano una competenza/soluzione specifica sulla centrale rischi;

– Responsabili finanziari di imprese che vogliono avere il controllo delle informazioni in centrale rischi abbinando ad un software anche la formazione e l’affiancamento di uno specialista per situazioni specifiche;

– Associazioni di Categoria e Confidi, che intendono implementare un nuovo servizio di consulenza per la clientela o formare alcuni specialisti;

– Studi associati di commercialisti che intendono creare una figura specializzata all’interno dello studio, grazie al nostro affiancamento;

– Curatori e CTP per analisi storiche approfondite anche fino a 20 anni abbinate a consulenze meet di confronto su specifiche esigenze.

Proprio per favorire la conoscenza della centrale rischi, abbiamo attivato una newsletter gratuita a cui è possibile aderire direttamente dal nostro sito CentraleRischiPRO.

Dal prossimo mese di gennaioinoltre verrà attivato un nuovo servizio per i professionisti che intendono specializzarsi su questi argomenti.

(Contenuto realizzato in collaborazione con CentraleRischiPRO)

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