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Gestione del credito, Sainz: “Nei periodi di incertezza va affinata e personalizzata” 

La gestione del credito costituisce un aspetto fondamentale, sia per le banche sia per le imprese. In un contesto sempre più incerto l’assicurarsi contro il rischio di credito è spesso la soluzione ideale.

La gestione del credito, dalla concessione al monitoraggio fino al recupero quando necessario, in tempi di incertezza diventa sempre più sfidante e cruciale per garantire liquidità, ridurre il rischio di insolvenza e massimizzare la redditività. Solo con un’efficace gestione del credito è possibile bilanciare lo sviluppo commerciale con la sostenibilità finanziaria.

Attualmente sono principalmente due i modelli utilizzati:

tradizionale, in cui il creditore concede il credito e lo mantiene in bilancio fino alla sua estinzione, con conseguente rischio di credito in capo all’originator, che deve monitorare attivamente l’affidabilità del debitore e accantonare risorse a copertura delle eventuali perdite;

cartolarizzazione, un’operazione finanziaria attraverso cui crediti, tipicamente a medio-lungo termine, vengono ceduti a uno Special Purpose Vehicle (SPV), che li trasforma in titoli obbligazionari collocati sul mercato, consentendo all’originator di ottenere liquidità immediata e di trasferire (totalmente o parzialmente) il rischio di credito agli investitori.

Ma quando è preferibile un modello e quando l’altro, anche alla luce della possibilità di assicurarsi contro il rischio di credito? Ne abbiamo parlato con Philippe Sainz, Presidente di Schinasi Insurance Brokers.

Quali sono le principali differenze tra la gestione tradizionale del credito e il modello di cartolarizzazione e come interviene l’assicurazione del credito a protezione?

L’assicurazione dei crediti copre il rischio di insolvenza del debitore, ossia, nel caso di un’operazione di cartolarizzazione, il rischio che il debitore non paghi i crediti che sono stati cartolarizzati. 

La cartolarizzazione consiste nella cessione da parte del titolare originario dei crediti a un veicolo finanziario (SPV) che emette titoli da collocare sul mercato. L’assicurazione dei crediti può garantire che i titoli emessi dall’SPV siano meno rischiosi, aumentando l’interesse degli investitori. 

Questi ultimi, acquistando i titoli emessi nell’ambito della cartolarizzazione, sono esposti al rischio di insolvenza dei crediti sottostanti, in quanto tra cedente e cessionario avviene una cessione di crediti pro-soluto, senza possibilità di rivalsa del cessionario sulla cedente in caso di insolvenza del debitore ceduto. L’assicurazione dei crediti, stipulata dal SPV, riduce questo rischio, offrendo agli investitori una maggiore sicurezza e rendendo le operazioni di cartolarizzazione più attraenti.

Infatti, il conseguimento di un alto rating dei titoli può essere ottenuto attraverso la predisposizione di garanzie accessorie in favore degli investitori e a copertura del rischio insito nei crediti ceduti come la copertura assicurativa fornita da una Compagnia di assicurazione (a sua volta dotata di alto rating) che può garantire, secondo il tipo di operazione che si intende porre in essere, il pagamento delle cedole e/o il rimborso del capitale sui titoli emessi.

Quali sono i pro e i contro?

La differenza sta nella strategia dell’azienda circa la gestione complessiva dei propri crediti.

La cartolarizzazione consente di rendere liquide poste attive di bilancio attraverso la cessione di queste ultime ad un SPV, che provvede ad emettere titoli sul mercato.

In questo caso la polizza assicurativa viene stipulata dal cessionario che utilizza, in genere, il cedente come servicer in quanto ha la conoscenza della clientela e magari ha già dimestichezza con la copertura dei crediti.

Essendo però la polizza stipulata dal cessionario e da questi direttamente negoziata con gli assicuratori quello che può derivarne è che il servicer deve adattarsi alle modalità del contratto imposto dal SPV che non sempre si sposa con le procedure di gestione dei crediti del cedente.

Nel caso in cui l’azienda non abbia necessità di deconsolidare il proprio attivo ma voglia adottare misure protettive in caso di insolvenza dei propri buyers potrà negoziare, anche con l’aiuto del proprio intermediario, una polizza assicurativa le cui caratteristiche riflettano la propensione al rischio, la composizione della clientela, gli strumenti di gestione del rischio già in essere.

Come un broker assicurativo si inserisce nel processo di credit management e con quali vantaggi?

Il broker è un professionista esperto di gestione del rischio e di soluzioni assicurative, intermediario tra i bisogni dei clienti e il mercato.

Svolge un fondamentale ruolo consulenziale per la gestione e mitigazione dei rischi e il trasferimento di quelli residui al mercato assicurativo.

Trovare la soluzione giusta per il broker significa principalmente individuare e interpretare le necessità dei clienti in modo da offrire un prodotto realmente in linea con le esigenze specifiche.

Il broker assiste la propria clientela in tutte le fasi del processo di gestione di una polizza Crediti quali analisi preventiva del portafoglio crediti, verifica delle specifiche esigenze del cliente, verifica della migliore soluzione assicurativa sulla base di quanto emerso dalla fase di valutazione del rischio, quotazione sul mercato assicurativo nazionale e internazionale, negoziazione con il mercato assicurativo dei termini contrattuali, delle modalità di gestione del rischio credito e delle procedure da adottare, assistenza in tutte le fasi di gestione della polizza assicurativa, inclusa la verifica dei limiti di fido assegnata ai debitori da parte della compagnia assicurativa, la gestione dei sinistri e, in generale, di tutte le esigenze che eventualmente potrebbero sorgere.

Siamo in un momento storico di grande incertezza, quali tendenze di credit management vi immaginate si andranno a definire nel prossimo futuro?

In periodi di incertezza economica e di mercato, il credit management va ulteriormente affinato e personalizzato in termini di monitoraggio dei clienti, valutazione del loro rischio di credito, rinegoziazione dei termini di pagamento e utilizzo di strumenti di gestione che sfruttano anche le potenzialità dell’IA GEN.

Quest’ultima, in combinazione con l’imprescindibile fattore umano della relazione con il buyer, può fornire un ottimo contributo per un’agile automazione dei processi, un esame più preciso di fattori critici predittivi della solvibilità dei debitori, l’individuazione più puntuale delle tendenze nelle abitudini dei creditori e una maggior efficienza nelle attività di recupero.

(Contenuto realizzato in collaborazione con Schinasi Insurance Brokers)

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