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Sicurezza sul lavoro: i 10 impieghi più pericolosi

L’U.S. Bureau of Labor Statistics ha individuato i 10 lavori più pericolosi: sul podio il potatore d’alberi, il pilota di aerei e chi lavora in fattoria. Nel 2021, oltre cinquemila persone hanno perso la vita sul lavoro negli Stati Uniti. In Italia ci sono stati oltre 200 morti da inizio anno.

Sicurezza sul lavoro: il potatore di alberi è il lavoro più pericoloso

Nel 2021, negli Stati Uniti si sono verificati ben 5.190 incidenti mortali sul lavoro, un dato in aumento dell’8,9% rispetto all’anno precedente. A questi si aggiungono altri 2,6 milioni di casi d’incidenti non mortali. Numeri preoccupanti che invitano imprese e Istituzioni a mantenere alta l’attenzione sul tema della sicurezza sul lavoro.

L’ultimo report dell’U.S. Bureau of Labor Statistics, che si è basato sui più recenti dati relativi agli incidenti sul lavoro registrati negli Stati Uniti nel 2021, ha stilato una classifica delle 10 occupazioni che si distinguono per maggiore pericolosità.

È il potatore di alberi il lavoro più rischioso al mondo (dove il pericolo maggiore è quello di cadere dagli alberi, di essere colpiti dai rami o di procurarsi delle gravi ferite, anche mortali, con la motosega).

A seguire, nella top 5 compaiono il pilota di aerei e di elicotteri commerciali, chi lavora in fattoria, il boscaiolo e il riparatore di tetti. La seconda metà della classifica è occupata dai supervisori dei lavoratori dell’agricoltura e della pesca, dagli agricoltori, dai camionisti, dai minatori e dai tecnici agricoli.

Secondo l’istituto di ricerca del Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti d’America, “il problema della sicurezza sul lavoro va affrontato fin dalle radici, puntando alla diffusione di un’educazione e di una cultura che mira a un luogo di lavoro sicuro”.

Oltre 200 morti sul lavoro in Italia da inizio anno

Il problema degli incidenti sul lavoro, però, non conosce confini ed è particolarmente sentito anche nella nostra Penisola. Secondo i più recenti dati INAIL, da gennaio 2023 in Italia 264 persone hanno perso la vita lavorando, a cui si aggiungono più di 86.000 casi di infortuni non mortali.

Nel 2022, nel nostro Paese, gli infortuni sul lavoro sono stati 697.773. Un trend in crescita con un aumento del 25,7% rispetto al 2021, del 25,9% rispetto al 2020 e dell’8,7% rispetto al 2019. Le morti sul lavoro sono diminuite, ma il calo è dovuto al minor numero di decessi legati a casi di Covid19 di origine professionale (-96,6% rispetto al 2021). Se questi dati da un lato rallegrano per la minor pericolosità della pandemia, dall’altro riportano i numeri ai livelli pre-Covid e confermano l’incapacità di ridurre il tragico fenomeno delle morti sul lavoro.

“Quello della sicurezza sul lavoro è un concetto che riguarda cultura e educazione” ha commentato  Tommaso Barone, HSE advisor e coach. “Diffondere la cultura della sicurezza sul lavoro è fondamentale e investire risorse sempre più importanti su questo tema diventa un dovere. Un posto di lavoro sicuro porta miglioramento tangibile all’ambiente e al clima lavorativo, senza dimenticare l’importante benessere psicofisico dei dipendenti”.

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