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Crediti deteriorati, burocrazia e un sistema giudiziario troppo lento

La burocrazia e il sistema giudiziario rappresentano un ostacolo per il recupero crediti in Italia: lo studio di Giuseppe Orlando e Roberta Pelosi

I crediti deteriorati rappresentano un problema piuttosto gravoso per il sistema bancario e per l’economia italiana. Nel corso degli anni, le banche hanno avviato precise politiche di pulizia dei bilanci, per ridurre lo stock di Npl provocato in particolare dalla crisi del debito sovrano nel 2011. Allo stesso modo, la Banca Centrale Europea ha stabilito nuove procedure per l’accesso ai prestiti e ai finanziamenti da parte delle imprese, con l’obiettivo aumentare la stabilità finanziaria della Zona Euro.

Ora, con la pandemia e con il conflitto in Ucraina, lo spauracchio degli Npl è tornato a preoccupare l’Italia. L’intervento del Governo, per limitare gli effetti della crisi sanitaria, è stato decisivo finora per ridurre l’incremento dei crediti non performing. Allo stato attuale la crescita dei deteriorati appare piuttosto contenuta, ben lontana dalle stime di un anno fa e dal picco record raggiunto nel 2015. Nonostante questo, l’attenzione rimane alta e costante. L’Italia, infatti, è uno dei paesi del Vecchio Continente ad aver maggiori problemi in termini di puntualità dei pagamenti. Il ritardo cronico, compresa la difficoltà di accesso al credito, sta alimentando un circolo vizioso che incide sulla qualità dello stesso.

Un altro problema endemico riguarda la lentezza del sistema giudiziario. Anche in questo caso, l’Italia non gode di ottima fama In più, la pandemia ha peggiorato ulteriormente la situazione, con tribunali chiusi e procedure che vanno a rilento. Nell’articolo “Non-Performing Loans for Italian Companies: When Time Matters. An Empirical Research on Estimating Probability to Default and Loss Given Default”, Giuseppe Orlando, Professore di Matematica finanziaria e attuariale, e Roberta Pelosi sostengono che per massimizzare il recupero di un credito in sofferenza, il tempo necessario per recuperare il credito dovrebbe essere ridotto al minimo. “Questo è di grande importanza per l’Italia dove la burocrazia è spesso invasiva e di ostacolo, il sistema giudiziario è lento e l’azione legale è inefficace”.

Secondo lo studio, il principale responsabile delle perdite economiche è il sistema di recupero gravoso e il relativo contesto giuridico. “Il lungo tempo richiesto dalle procedure burocratiche sembra ridurre drasticamente le possibilità di recupero da controparti inadempienti causando perdite alle banche che per reazione chiedono maggiori tutele. Una più evoluta valutazione delle garanzie, che tenga conto della liquidità piuttosto che dell’importo, consentirebbe un efficientamento dei portafogli creditizi, una riduzione del contenzioso e libererebbe risorse immobilizzate come collaterale”. 

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