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Angelo Frascino, Amministratore Delegato di Credit Network & Finance

L’inflazione pesa sul credito, Frascino (CNF): “La sfida dei servicer nel 2023? Avere un approccio consulenziale per favorire i rientri”

Il 2023 inizia all’insegna delle preoccupazioni sul fronte delle pressioni recessive e inflattive. Un contesto macroeconomico, quello attuale, che necessariamente avrà degli effetti sul settore della gestione del credito. Ne abbiamo parlato con Angelo Frascino, Amministratore Delegato di Credit Network & Finance.

Gestione del credito: fra inflazione e rialzo dei tassi che 2023 aspettarsi?

Dopo due anni, dove il nostro Paese ha fatto meglio di altre economie globali, nel 2023 secondo il Fondo monetario internazionale l’Italia potrebbe registrare una decrescita economica, mentre sono più ottimiste le stime Ocse e dell’Unione europea che parlano invece di una crescita anche nel 2023.

I pareri sono discordanti, dunque, e l’augurio è ovviamente che più che una recessione si registri, nella peggiore delle ipotesi, un rallentamento dell’economia.

Sul fronte dell’inflazione, le previsioni dell’Unione europea stimano un aumento del 7% dei prezzi al consumo. A rendere lo scenario ancora più complesso è l’incremento dei tassi di interesse che avrà un impatto sui prestiti a famiglie e imprese italiane.

In base all’EY European Bank Lending Economic Forecast 2022in Italia si stima una contrazione dell’1,8% dei prestiti bancari nel 2023, con i prestiti alle imprese in calo del 2,8%, il credito al consumo contratto dell’1,5% e i mutui per l’acquisto delle abitazioni in flessione dello 0,3%.

Abbiamo chiesto ad Angelo Frascino, Amministratore Delegato di Credit Network & Finance, servicer specializzato nella gestione di crediti problematici, quali impatti un simile contesto macroeconomico avrà sull’attività di recupero credito.

In un periodo di grande incertezza la gestione del credito diventa ancor più strategica, cosa possiamo aspettarci per il futuro e come il settore potrà stare al passo con i tempi? 

Un aspetto che mi preme considerare in particolare è l’alto tasso di inflazione che stiamo vedendo in Italia e che ha un forte impatto sulle famiglie.

L’inflazione colpisce sia i beni alimentari sia le materie prime, pensiamo per esempio ai rincari dei carburanti. Nel momento in cui una famiglia cerca di soddisfare le proprie necessità primarie fronteggiando importanti rincari, la capacità di sdebito di quel nucleo familiare sicuramente ne risente.

In considerazione di quanto detto, dal punto di vista strategico una società di recupero crediti deve trovare in questa congiuntura economica delle soluzioni che consentano il rientro di esposizioni con un approccio consulenziale nei confronti dei debitori, ovvero quelle persone o famiglie che subiscono l’inflazione in maniera più evidente che si trovano a dover fare i conti anche con un accesso al credito più difficile.

In questo contesto, le aziende che si occupano di gestione del credito dovranno essere in grado di trovare e offrire delle soluzioni, come dei piani di rientro scalari, con rate più leggere all’inizio e più alte dopo qualche mese, o magari valutare la possibilità di poter stralciare una parte del debito.

Poi è chiaro che bisogna considerare la tipologia di credito e il business plan, ma sicuramente con questo livello di inflazione e con la riforma del processo civile (la cosiddetta riforma Cartabia), quest’anno è molto probabile che le società di recupero dovranno rivedere in maniera importante le proprie stime di recupero ed il processo di recupero.

Le società di recupero crediti che vorranno stare al passo con i tempi dovranno sempre di più offrire servizi integrati in un’ottica di credit management. Il modello di business dove ogni società di recupero si affida a “terzi soggetti” per svolgere in toto o in parte le attività di presidio del credito, è destinato a sparire.

CNF opera principalmente nel settore assicurativo, quali peculiarità presenta questo ambito? 

CNF è stata fondata da Luigi Frascino nel 2007 e nasce proprio come società specializzata per il recupero del credito assicurativo.

Il credito assicurativo ha delle caratteristiche uniche sul mercato perché è un credito super-granulare. Basti pensare che rispetto al credito bancario dove vengono detti granulari i ticket sotto i 25.000 €, nell’ambito assicurativo si parla di crediti super-granulari perché sotto i 500 € e molto numerosi.

Si tratta, inoltre, di crediti con una frequenza dei flussi di affido molto più intensa rispetto al credito bancario.

Viste le peculiarità del mercato, CNF ha optato per una gestione in proprio basata su un forte ausilio di sistemi informatici.

Abbiamo creato al nostro interno dei sistemi di gestione del credito non ancora presenti sul mercato e dalla nostra fondazione abbiamo puntato su una massiccia informatizzazione dei processi di recupero proprio perché vista la numerosità e la frequenza era necessario avere un software di gestione che potesse essere unico.

Un altro aspetto peculiare del credito assicurativo è il fatto che da codice civile le tempistiche di prescrizione molto più brucianti e celeri rispetto a quello che può essere il credito bancario.

Per darvi un’idea, per la decadenza di una polizza parliamo di sei mesi, per la prescrizione di un ramo auto di un anno, per le franchigie di due anni. Soltanto il ramo cauzioni presenta delle caratteristiche di prescrizione vicine a quelle del settore bancario, cioè di 10 anni.

Quindi con delle tempistiche di decadenza e di prescrizione di questo tipo è chiaro che l’intervento della società di recupero deve essere quanto più tempestivo possibile proprio perché la mission principale della società di recupero nei confronti della compagnia di assicurazione è la tutela ed il presidio del credito.

Se una società di recupero ha gli strumenti giusti e può contare su una forte integrazione tra la parte stragiudiziale e giudiziale, allora la compagnia vede i propri crediti tutelati e presidiati. Vi sono purtroppo sul mercato molte società di recupero crediti che non sono organizzate in un’ottica di credit management. Tali società non offrono servizi integrati ma si limitano ad una semplice attività di “phone collection”: non riteniamo che con un paio di telefonate si ottenga un presidio ed una tutela del credito compliant con le normative in materia.

Comprendiamo che molte Compagnie di assicurazione siano molto attente ai costi, ma la valutazione della società di Credit Management deve comprendere anche aspetti reputazionali, di risk management e di perfetta compliance fiscale.

Difatti una scarsa tutela e presidio del credito significa, non solo vedere il proprio credito prescritto, ma talvolta anche non poter offrire alle compagnie un aspetto fondamentale ai fini del bilancio, la messa a perdita del credito.

Ma vi è di più la tutela del credito assicurativo ha anche un ruolo sociale. Faccio un esempio: in Italia molti autoveicoli circolano senza essere assicurati e quando vi è un sinistro è possibile che chi non è in regola non si fermi a soccorrere le persone ed è anche possibile che, in caso di mancato pagamento di un contratto di copertura annuale saldato solo parzialmente, i costi ricadano sulla collettività.

È bene ricordare, dunque, che se una compagnia non tutela adeguatamente il credito sta mettendo a rischio anche l’aspetto sociale, soprattutto quando parliamo di ramo auto.

Un altro comparto in cui siete presenti è la gestione delle imposte e dei tributi. Con il Covid, il conflitto in Ucraina e i rincari energetici e delle materie prime, quali criticità stanno incontrando le istituzioni territoriali e come possono essere affrontate? 

Nell’ambito della gestione dei tributi dei Comuni si riscontrano le stesse problematiche sopra citate: se i nuclei familiari hanno difficoltà ad affrontare le spese quotidiane è possibile che mettano in secondo piano il pagamento dei tributi locali.

I Comuni devono prendere consapevolezza del fatto che in questa fase estremamente complessa è necessario affidarsi al supporto di partner specializzati nel recupero, a seconda dell’importo attraverso un affidamento diretto o una gara pubblica, a tutto beneficio del bilancio comunale.

I Concessionari che investono nell’innovazione e che guardano al futuro, comprendendo le esigenze degli utenti e cercando modalità facili e concrete per supportarli, rappresentano la soluzione al problema della scarsità di strumenti in mano agli enti pubblici. Grazie all’attività dei Concessionari più avanzati a livello tecnologico è possibile garantire maggiore efficacia ed efficienza in un’attività vitale per il benessere di un Paese. Noi di Credit Network & Finance investiamo da anni per fornire ai cittadini e alla Pubblica Amministrazione le migliori tecnologie esistenti sul mercato. Per questo abbiamo pensato di creare un’unità al nostro interno proprio specializzata nel mettere in campo dei processi dedicati alla singola municipalità.

Anche nel caso dei Comuni, dunque, esternalizzare il recupero si rivela una scelta di buon senso.

In piena rivoluzione digitale, quanto e come la tecnologia può essere al servizio della gestione del credito? 

Una società di recupero crediti specializzata oggi deve poter offrire all’azienda mandante e ai clienti debitori, strumenti per monitorare la propria attività.

Non a caso CNF è stata la prima società di recupero crediti in Italia a utilizzare in maniera massiva nuovi strumenti informatici per l’incasso del dovuto con la più ampia flessibilità possibile.

La rivoluzione digitale in tale campo ha una chiaro impatto sul numero degli strumenti messi a disposizione per i pagamenti.

Altro aspetto rilevante nel 2023 sarà l’allargamento del processo civile telematico all’ambito dei giudici di pace che potrebbe entrare in vigore da giugno.

L’informatizzazione dell’attività dei giudici di pace sarà un aspetto determinante per il successo di questa riforma della giustizia.

L’attività di phone collection è cruciale, come secondo lei può essere resa più efficace ed efficiente? 

Come detto precedentemente solo le società di recupero crediti che gestiscono i crediti in un’ottica di credit management potranno resistere ed essere competitive nel lungo termine sul mercato. L’attività di Phone Collection è solo una delle tante attività che si svolge per il presidio e la tutela del credito, quanto più sarà integrata ed inserita in un processo completo di recupero, tanto più tale strumento si dimostrerà efficace. La semplice attività di Phone Collection senza un corretto e completo workflow di gestione ha risultati ormai scadenti.

Tale workflow di gestione del credito deve garantire la Mandante ad esempio rispetto al Codice del Consumo, dove il debitore per l’autorità garante della concorrenza del mercato è un consumatore, un utente che ha siglato dal punto di vista commerciale un contratto e noi interveniamo in una fase di post vendita. CNF è tra le pochissime società di gestione del credito in Italia ad aver ottenuto il massimo punteggio, Rating di Legalità, da parte dell’Autorità Garante della concorrenza e del Mercato.

Quali sono le skill che secondo lei devono avere le persone che si occupano di gestione e recupero crediti? 

Le competenze sono assolutamente trasversali e forse è questo il bello di questo lavoro perché è necessario possedere forti conoscenze scientifiche, informatiche e naturalmente competenze legali.

Ma non basta, è necessario anche saper comprendere l’interlocutore che si ha di fronte, ecco perché possedere delle doti di empatia e nozioni di psicologia fa davvero la differenza. Per questo motivo le telefonate vengono effettuate secondo criteri predefiniti e seguendo degli script telefonici diversi a seconda del credito e del debitore.

Infine, ci tengo a sottolineare l’importanza della professionalità della società di recupero crediti e di tutti gli operatori che per essa lavorano.

(Contenuto realizzato in collaborazione con CNF)

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