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Nuove opportunità di investimento nel mercato secondario degli NPL

Quando nasce il mercato secondario degli NPL e perché rappresenta un’opportunità di investimento? A queste domande ha risposto Enrico Scio, partner di FAI Advisory – Futuro all’Impresa, in un articolo che ripercorre gli aspetti principali della cartolarizzazione dei crediti non performing.

Le origini del mercato secondario degli NPL

La cartolarizzazione dei crediti bancari non performing (comunemente definiti NPL) ha avuto la sua introduzione con la legge 130 del 1999, e mentre in altri Paesi europei tale processo ha avuto avvio proprio nei primi anni del nuovo secolo, in Italia c’è voluto più tempo per avviare, da parte dei più importanti Istituti di credito, tale attività.

Le prime cartolarizzazioni importanti datano infatti la fine del 2010 e molte altre ne sono seguite negli anni successivi. L’arrivo anche in Italia di colossi internazionali, come Intrum e lo sviluppo di soggetti a matrice italiana, come Prelios ed Amco, (i Primi Acquisitori) hanno sicuramente accelerato anche il mercato secondario degli NPL, intendendosi per questo la cessione di tali crediti in forma singola (single name) ad investitori interessati al sottostante, costituito da asset immobiliari.

Questi asset costituiscono la garanzia reale dei finanziamenti ipotecari, divenuti inesigibili e quindi oggetto di cessione in pacchetti più o meno importanti, e rappresentano per molteplici soggetti elementi di interesse, specialmente se alla base dell’interesse c’è la valorizzazione con una successiva rivendita, una volta acquisiti tutti i diritti su tale asset.

La cessione dei crediti acquisiti

L’interesse nella cessione dei crediti acquisiti dai Primi Acquisitori sta nel fatto che la vendita del singolo NPL può generare importanti plusvalori, tanto quanto tali crediti sono stati acquisiti con forti sconti sul GBV (gross book value) anche nella logica dello sconto-quantità.

L’interesse invece di chi acquista sul cosiddetto secondo mercato i single name sta invece, come già accennato, nella capacità di valorizzarli.

Lo scopo di queste brevi riflessioni non è tanto quello di entrare nelle dinamiche delle valorizzazioni di asset magari occupati, o affittati con contratti di comodo, o con altri vincoli che ne riducono drasticamente il valore, ma di evidenziare come il modello di business per tale valorizzazione abbia tre elementi fondamentali, legati come in un triangolo equilatero, che sono:

a) Il debitore

b) l’investitore

c) il creditore

Vi chiederete come mai ho indicato per primo il debitore: lo considero l’elemento chiave per arrivare alla conclusione, con soddisfazione, dell’investimento da parte di chi (l’investitore) vuole acquisire l’NPL dal creditore perché interessato all’asset.

Il debitore, soggetto comunque insolvente nei confronti dell’Istituto che gli ha concesso credito, non intende quasi mai (ed il quasi sta proprio per qualche caso sporadico) abbandonare il fortino (l’asset per intenderci) che sente ancora suo quasi e più di un figlio, anche se di fatto le risorse finanziarie prese a prestito garantite dal fortino sono andate completamente perdute rispetto al progetto originario. E quindi se ne dovrebbe fare una ragione. Ma nel nostro Paese la tutela del creditore non è sicuramente così certa e veloce al pari di altri Paesi evoluti come il nostro.

Ecco che allora un’operazione di successo richiede una strategia ben definita per convincere il debitore a liberare/rilasciare l’asset a favore della valorizzazione che l’investitore intende portare a termine, una volta acquisito il credito.

Convincere i debitori naturalmente è un’attività time consuming, che richiede fantasia per trovare soluzioni possibili, e permettetemi, anche un po’ di prudenza nel definire i business plan dell’operazione, con la logica di ottenere comunque rendimenti che questi investimenti alternativi richiedono per essere appetibili.

Il valore degli Npl cartolarizzati è comunque ancora molto elevato ed altre operazioni di cartolarizzazione sono previste in Italia sia nel 2023 che a seguire, anche per effetto della crisi pandemica e delle manovre finanziarie a sostegno, giustamente, del nostro tessuto economico. Sono convinto che se ne parlerà ancora per un po’ e interessanti operazioni di valorizzazione saranno oggetto di tante cessioni di NPL single name.

(Articolo a cura di Enrico Scio, partner di FAI Advisory – Futuro all’Impresa)

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