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UNIREC da record: 200 miliardi di euro lo stock di crediti in lavorazione nel 2022 (+26% rispetto al 2021)

Il 2022 vede lo stock di crediti affidati per il recupero alle imprese associate a Unirec raggiungere la cifra record di circa 200 miliardi di euro rispetto ai circa 160 miliardi del 2021.

l trend di crescita degli importi gestiti subisce una forte accelerazione rispetto all’anno scorso attestandosi a circa +26% (rispetto al 7%) ritornando così ai livelli registrati prima della pandemia. Tuttavia, tale aumento delle masse è eterogeno e non sembra riflettersi nella crescita della redditività delle aziende del settore a causa di una generale minor qualità del credito.

Più in particolare, il 2022 è stato caratterizzato da tendenze contrapposte: a fronte di una diminuzione dei portafogli gestiti in Conto Proprio (di cui l’azienda è proprietaria) – sempre marginali rispetto al dato complessivo -, è stata osservata una significativa crescita delle masse in Conto Terzi (C/III), che si riferisce al mandato affidato da un committente terzo proprietario del credito. L’aumento dei volumi è stato notevole, raggiungendo i quasi 160 miliardi di euro rispetto ai 106 miliardi registrati nel 2021, pari ad un incremento di quasi il 50%.

Nel Conto Terzi prevalgono in modo netto gli importi affidati in C/III Cessionario, rappresentativi di situazioni in cui il credito è affidato da un soggetto terzo rispetto a chi lo ha concesso (come ad es. i fondi), che raggiunge la cifra di 106 miliardi (pari a circa il 67% del C/III), dato che rileva il peso sempre maggiore di investitori nel settore. Una delle possibili spiegazioni è da ricercare nell’assegnazione nel 2022 delle gare di appalto sui portafogli del settore bancario supportati dal sostegno pubblico (GACS).

I crediti gestiti in C/III hanno rappresentato circa l’80% del totale. Il 52% degli importi è relativo al settore B2C (Business to Consumer) che sorpassa quest’anno il B2B (Business to Business).

Queste alcune delle tendenze che emergono dal XIII Rapporto annuale di UNIREC – l’Unione Nazionale Imprese a Tutela del Credito – presentato oggi a Roma nel corso del convegno annualeGli scenari del credito tra gestione dei rischi e potenzialità di recupero”.

La mattinata ha segnato l’esordio di Marcello Grimaldi eletto nel corso dell’Assemblea dei soci
come nuovo presidente di Unirec per il biennio 2023-2025. Marcello Grimaldi raccoglie il
testimone da Francesco Vovk, presidente uscente che ha raggiunto il numero massimo di due
mandati consecutivi al vertice di Unirec.

“Il XIII rapporto annuale di Unirec restituisce l’immagine di un settore in profonda evoluzione. Gli
ultimi anni sono stati caratterizzati da diversi shock esogeni che hanno avuto impatti diversi
sull’operatività delle aziende facendo emergere la resilienza degli operatori. Numerose sono le
sfide che attendono il comparto, su tutte il recupero della marginalità che negli ultimi anni è stata
messa a dura prova, nonostante il settore continui ad essere capace di risultati importanti a
vantaggio di tutti gli stakeholder di sistema. Oggi si conclude il mio secondo mandato consecutivo
come presidente di questa associazione, che cresce e rappresenta quasi l’80% del settore. È con
piacere che do il benvenuto a Marcello Grimaldi, il quale guiderà Unirec nei prossimi due anni,
continuando a dare sostegno alle imprese del comparto per navigare i cambiamenti”, ha spiegato
Francesco Vovk, Presidente uscente di Unirec.

Il vicepresidente Cristian Bertilaccio, il segretario generale Michela De Marchi e tutto il consiglio
direttivo ringraziano il presidente uscente Francesco Vovk per il grande lavoro di questi anni a
servizio dell’associazione e danno il benvenuto a Marcello Grimaldi, nuovo presidente.

UNIREC: i dati complessivi Conto Terzi

Per quanto riguarda le performance, in relazione ai portafogli gestiti in C/III, è emerso che gli
importi recuperati si attestano a 15,6 miliardi di euro segnando un + 37% rispetto agli 11,3 miliardi
del 2021. La performance media, intesa come percentuale di recupero sul totale, rimane solida
seppur in diminuzione, attestandosi al 10% (-1% rispetto al 2021).

Tuttavia, è importante sottolineare che questo dato varia notevolmente a seconda che si tratti di
lavorazioni in C/III Originator o in C/III Cessionario. Nel primo caso, quando il committente è colui
che ha originato il credito, la performance media raggiunge il 23%. Al contrario, per le lavorazioni
in C/III Cessionario, la performance media scende al 3%. Questa differenza sottolinea il fatto che
i crediti in lavorazione per il C/III Cessionario spesso riguardano situazioni più complesse e
consolidate nel tempo.

Si nota nel periodo una forte crescita del ticket medio dei crediti affidati per il recupero in C/III che
si attestata a 3.619 euro (di oltre un terzo superiore rispetto al 2021) per effetto del maggior peso
sul totale del C/III Cessionario che tipicamente tratta importi maggiori e dove prevalgono crediti
di origine bancaria e finanziaria (ticket medio 6.693 euro). Tendenzialmente anche nel C/III
Originator il valore medio sale a 1.893 euro (+28%).

Nell’arco degli ultimi tre anni (2020-2022), i dati indicano che, nonostante un forte aumento delle
masse, le performance si stabilizzano in alcuni comparti, come bancario, utility e telco, sia in
termini di pratiche che di importi. Tuttavia, in altri settori, come quello finanziario, le performance
mostrano oscillazioni, con una diminuzione dal 18% al 12%. Allo stesso modo, nel settore della
Pubblica Amministrazione (PA), si registra un calo dei risultati dal 59% al 37%. D’altra parte, i
risultati migliorano per il settore assicurativo, con le performance che crescono dal 11% nel 2021
al 23% attuale.

Originator

Gli importi affidati in C/III Originator superano i 53 miliardi di euro e in termini di numero di pratiche
si conferma al primo posto il settore delle utility (il 37% del totale ma segnando un meno 8%
rispetto al 2021) seguito dal settore finanziario (31% in aumento del 11%) e da quello bancario
(20% del totale, in aumento del 6%).

Quanto agli importi affidati è il settore bancario che mantiene un peso preponderante (42% degli
importi affidati, in diminuzione del 2%) seguito da quello finanziario (30%, segnando un +10%
rispetto al 2021).

Le pratiche relative alle utility sono pari a 8,5 miliardi di euro (in aumento del 42% rispetto al
2021), la crescita è probabilmente in relazione all’aumento del costo dell’energia. È interessante
notare come anche il ticket medio di questa particolare categoria è quasi raddoppiato rispetto al
2021 raggiungendo gli 811 euro. In parallelo si osserva un dimezzamento del valore delle pratiche
relative al leasing (pari ad un totale di 1,7 miliardi di euro) ma un raddoppio per numero e una
lieve diminuzione del ticket medio del settore bancario e finanziario (pari a rispettivamente 4 mila
e circa 2 mila euro).

È possibile notare come il 71% delle pratiche in C/III Originator relative al settore bancario è nella
fase pre-dbt (posizioni che benché in ritardo conservano il beneficio del termine) e che in questo
caso le performance sono pari al 92%.

A livello di performance sugli importi è il settore finanziario (38%) che ha ottenuto il miglior
risultato, seguito da quello delle utility (27%) e dal bancario (21%).

Cessionario

Per quanto riguarda invece il C/III Cessionario – spesso relativo a pratiche oggetto di precedenti
incarichi di recupero – l’importo complessivo affidato è pari a circa 106 miliardi di euro (in forte
crescita rispetto ai 57,3 miliardi del 2021). Questo comparto evidenzia un aumento importante
delle masse. Il 63% degli importi riguarda pratiche del settore bancario.

Anche in questo caso si nota come le pratiche del settore utility sono fortemente cresciute in
termini di numeri e importi in relazione alle nuove politiche di gestione adottate da alcuni grandi
player. Sono in lavorazione oltre 8 milioni di pratiche per circa 7,4 miliardi di euro (il doppio rispetto
al 2021). La performance per il settore utility resta stabile a circa il 5%.

Conto Proprio

L’ultima tipologia presa in considerazione riguarda i portafogli in Conto Proprio, dove l’impresa
stessa che gestisce il credito ne è anche proprietaria. Lo stock in lavorazione di tali portafogli
ammonta a 41 miliardi di euro, registrando una diminuzione del 24% rispetto al 2021. Le aziende
attive nel settore nel 2022 hanno acquistato crediti per 4 miliardi di euro (- 60% rispetto al 2021),
incassando circa il 16% di tale controvalore (il doppio rispetto al 2021).

La percentuale di attività definite, per cui è stato raggiunto un accordo di rientro con il debitore, è scesa al 2,25% rispetto al circa 5% dello scorso anno. In particolare, in questo comparto il ticket medio è pari a oltre 5.600 euro. In questo caso i portafogli di crediti di provenienza bancaria rappresentano il 47% degli
importi e quelli di origine finanziaria il 22% (sono però entrambi in diminuzione rispetto al 2021). È interessante notare come la categoria “Altri Fondi” rappresenta il 23% degli importi e identifica
principalmente il c.d “mercato secondario”.


Distribuzione territoriale

A livello territoriale, se consideriamo prima il Conto Terzi (C/III), si osserva che la maggior parte
dei crediti affidati (43%) si concentra in quattro regioni principali: Lombardia (15%, rispetto al 18%
dell’anno precedente), Lazio (10,6%, rispetto all’11%), Campania (9,4%, rispetto al 10%) e Sicilia
(rimane stabile all’8%). Emilia-Romagna, Toscana e Veneto mostrano un aumento del peso degli
importi affidati, ma non abbastanza significativo da modificare la loro percentuale sul totale.
Questa distribuzione territoriale è sostanzialmente simile a quella riscontrata nel portafoglio in
Conto Proprio.

Tipologia di lavorazione

Riguardo alla tipologia di lavorazione, il Conto Terzi mostra una prevalenza nell’utilizzo della
modalità Phone Collection, che rappresenta il 52% degli importi. Il Master Legal viene invece
utilizzato nel 26% dei casi. Si nota che sono diminuiti del 14,6% gli addetti alla Home collection
(-448 unità).

Per quanto riguarda il portafoglio Conto Proprio, la modalità più utilizzata rimane il
Master Legal, che copre il 43% del totale, soprattutto per operazioni di importo più elevato e vicine
ai 30.000 euro. Importante il ruolo crescente nell’Industry degli Special Servicer che svolgono
attività di recupero sui portafogli NPE.

Industry

Il rapporto illustra un settore in profondo cambiamento anche se resiliente: si evidenzia una
diminuzione di 35 unità rispetto al totale delle imprese censite nel 2021, per un totale di 1.018
aziende (-3%). Tale contrazione riguarda in gran parte i non associati Unirec ed esclusivamente
società a responsabilità limitata.

I ricavi totali del comparto nel 2021 si attestano a quasi 2,3 miliardi di euro segnando un +42%
rispetto al 2020, tuttavia il dato non si riflette nella marginalità. La redditività del settore può essere
evidenziata dalla remunerazione residuale per il capitale proprio ottenuta per ciascuna unità di
fatturato; nel 2021 tale valore medio diminuisce al 9,8% (era il 14,0% l’anno precedente) con
grandi scarti a seconda della dimensione dell’azienda. La minore redditività mostrata dalle
imprese di maggiori dimensioni è da imputare al venir meno di componenti reddituali positive
straordinarie registrate nel recente passato.

Infine, dall’analisi sono emersi valori di concentrazione pressoché simili rispetto al passato le
prime 100 aziende producono l’89% dei ricavi totali (invariato).

(Comunicato stampa UNIREC)

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