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convegno annuale unirec

UNIREC verso l’elezione del nuovo Presidente, ecco chi sono i tre candidati

Termina quest’anno il  secondo mandato del Presidente in carica, Francesco Vovk. Gli Associati di UNIREC sono quindi chiamati a eleggere il loro nuovo Presidente. CreditNews ha intervistato i tre candidati alla presidenza.

L’elezione del nuovo Presidente UNIREC è ormai alle porte. Quest’anno le elezioni si terranno nel corso della Assemblea del 6 giugno, fissata a Roma presso il Palazzo di Confindustria all’EUR. Ma quali regole segue questa importante nomina? In UNIREC, Il Presidente viene eletto dall’Assemblea, negli anni dispari, dura in carica un biennio ed è rieleggibile per il biennio successivo. È poi ammessa un’altra rielezione, trascorso un periodo di vacatio pari alla durata dell’incarico ricoperto

Conosciamo ora meglio i candidati (Simone Caraffini, Giovanni Cecere, Marcello Grimaldi), ai quali abbiamo chiesto di rispondere alle stesse tre domande per individuarne priorità e caratteristiche.

Chi è Simone Caraffini, candidato alla presidenza UNIREC?

Simone Caraffini ha conseguito la laurea in Ingegneria presso il Politecnico di Milano, svolgendo una tesi
sperimentale presso il Danish Maritime Insitute di Lyngby (Danimarca) con una borsa di studio dell’allora
progetto Erasmus (1994). Ha poi ottenuto una full scholarship per un dottorato di ricerca (Ph.D.) presso l’University of Illinois at Chicago, che ha conseguito nel 1998.

A seguire per oltre 12 anni è stato un consulente di direzione per The Boston Consulting Group e McKinsey&Company; in questo ruolo ha assistito Istituti di Credito, Società finanziarie ed assicurative in
Italia, Europa e Medio Oriente su tematiche strategiche, organizzative e commerciali. Nel 2009 ha fondato
l’ufficio di McKinsey & Company a Kiev (Ucraina) dove ha vissuto per due anni. Ha inoltre coperto il ruolo di responsabile Operations per i clienti finanziari in Europa Centrale ed Orientale.

Dal 2011 ha assunto la carica di Vice Direttore Generale in Hypo Alpe Adria Bank ad Udine, con deleghe per le attività commerciali ed operative, con responsabilità sulla rete di filiali retail e corporate, sulla rete di promotori finanziari, sulle gestioni patrimoniali e sull’area Real Estate Management. A partire dal 2015 ha guidato il processo di “de-leveraging” della Banca, prima attraverso l’outsourcing a società di recupero e poi governando il processo di cessione degli attivi, per un totale riduzione di oltre 4 miliardi di Euro di GBV.

Nel marzo 2020 ha assunto la carica di Amministratore Delegato di Si Collection SpA, società di recupero di proprietà del fondo private equity inglese Alchemy Partners LLP, in cui ha introdotto l’attività di gestione dei crediti garantiti, in aggiunta a quella storica sui crediti chirografari. Da maggio 2022 è Membro del Consiglio Direttivo di UNIREC.

Intervista a Simone Caraffini

Nel caso venisse eletto quali saranno le priorità di cui si occuperà?

Le priorità di cui mi occuperò sono strettamente dettate da ciò che UNIREC è e quello che può ambire a diventare.

Penso che UNIREC oggi sia un’ottima espressione associativa in un settore importantissimo ma assai poco considerato nel panorama economico della nostra Nazione. Le società di recupero sono un motore invisibile ma indispensabile nel portare linfa vitale ai bilanci di tutte le società che se ne servono. La crisi NPL italiana dello scorso decennio ha reso questo assolutamente evidente (non ci sarebbero state cessioni di NPL senza servicers che ne rendevano possibile il recupero!), ma oggi possiamo aggiungere che non c’è settore economico che non tragga un clamoroso beneficio dai servizi che le agenzie di recupero offrono.

UNIREC deve aiutare tutto il settore a crescere nella consapevolezza di questo e trasformarlo in vantaggio per tutti gli associati.

In che modo? Proprio da questo scaturiscono le mie priorità.

Primo: tutela degli associati sui tavoli istituzionali. Il quadro normativo è in costante evoluzione (un esempio su tutti la Direttiva Europea sugli NPL che deve essere recepita dal governo italiano entro il 29.12.2023)  con continui potenziali effetti sull’operatività degli associati. Occorre essere presenti, preparati, propositivi e, in ultima analisi, ascoltati. E non parlo solo di interazioni con il legislatore, ma anche di essere voce ascoltata da tante altre realtà associative, penso a quelle bancarie e finanziarie in primis.

Secondo: collaborazione tra gli associati. Esiste un mercato enorme per i servizi di tutela del credito, mercato in parte ancora non servito, da sviluppare. UNIREC unisce società molto diverse per tipologia e dimensione: credo che vi sia un potenziale enorme nel farle collaborare. Non vorrei essere frainteso, la competizione tra società deve rimanere ed è cosa sana. Sto dicendo che nella grande varietà di servizi che le diverse società possono offrire, molte di esse possono trarre grande benefici dall’unire gli sforzi. UNIREC deve facilitare questo.

Terzo: strumenti per gli associati. Nel mio anno trascorso come Consigliere, ho toccato con mano che esiste una grande aspettativa verso UNIREC affinché dia una mano concreta agli associati nel soddisfare requisiti e nel coprire servizi ancillari poco accessibili a società di più piccole dimensioni. Sto pensando a temi di compliance, temi privacy ma anche, ad esempio, servizi assicurativi o di postalizzazione. UNIREC agendo in nome e per conto degli associati può aiutare ad ottenere queste soluzioni a condizioni più vantaggiose.

Quali sono le caratteristiche che deve avere, secondo lei, la persona chiamata a guidare UNIREC?

Penso le caratteristiche necessarie siano anche definite dalle priorità di cui parlavamo sopra.

Sicuramente deve essere una persona la cui storia professionale ed il profilo caratteriale rendono un interlocutore credibile ed autorevole verso le controparti istituzionali con cui UNIREC si deve confrontare. Una persona con un curriculum articolato, che ha ricoperto ruoli diversi in istituzioni diverse, risulta secondo me naturalmente avvantaggiato in questo ruolo.

Deve essere anche una persona disponibile ad ascoltare: la natura associativa deve dare spazio a tante voci, tutti devono avere la possibilità di esprimersi; un Presidente credibile deve voler e saper ascoltare. Aggiungerei anche che deve saper giocare di squadra o, più precisamente, far giocare la squadra: dalla mia esperienza nel Consiglio Direttivo, sto vedendo quali talenti ci siano nei miei colleghi Consiglieri e nei colleghi che si occupano dei gruppi Macroregionali, della Segreteria dell’associazione, e del Forum Consumatori: talenti che bisogna solo metter in condizione di esprimere il loro potenziale, da cui può ricavare un enorme beneficio tutta UNIREC e quindi tutti i suoi associati.

Se eletto, su quali elementi fondamentali baserà la sua presidenza?

Gli elementi fondamentali mi sono molto chiari e sono tre: partecipazione, impatto, sussidiarietà.

Partecipazione, come ho già accennato sopra, è l’essenza, la ragione ultima dell’esistenza di UNIREC. Un’associazione che menti brillanti e volenterose hanno creato oltre 20 anni fa a tutela della loro stessa attività ha ragion d’essere solo se chi vi è associato trova interesse e valore nel farvi parte. Voglio essere chiaro, non mi riferisco ad un interesse “folcloristico” di avere sale piene agli eventi, ma di una partecipazione motivata dal fatto che si riconosce un valore chiaro, netto, tangibile nell’appartenenza. Se si riesce a stimolare questo tipo di partecipazione, UNIREC potrà solo cresce in peso, rilevanza, e credibilità.

Impatto. Questa parola è di per sé la sfida più difficile che dovrò affrontare se verrò eletto. Per me significa fare in modo che ogni azione, ogni riunione, ogni cantiere di lavoro produca un effetto significativo. Non ha alcun senso fare riunioni, comitati, sedute, incontri se non si ha chiaro quale obiettivo si vuole raggiungere e se non si è tesi al suo raggiungimento. Si deve vedere un risultato, ci deve essere una differenza visibile, concreta. E questa differenza deve essere percepita da tutti gli associati, deve essere percepita anche da chi guarda UNIREC dall’esterno. Ci deve essere un prima ed un dopo, ed il dopo deve essere meglio del prima.

Sussidiarietà è un concetto che ho implicitamente esposto prima quando parlavo di collaborazione e strumenti per gli associati. Significa che UNIREC deve, al meglio che può, creare per ogni associato le condizioni di esprimere il massimo potenziale della propria azienda. Non vuol dire assistenzialismo, non vuol dire che UNIREC deve risolvere i miei problemi. Vuol dire che UNIREC lavora per costruire opportunità laddove l’associato da solo non riesce a costruirsele. È un patto di fiducia: io associato so che UNIREC è dalla mia parte, quindi ogni contributo che do all’associazione torna a favore della mia stessa attività.

Chi è Giovanni Cecere?

Giovanni Cecere, nato a Napoli nel 1967 laureato in economia e commercio, inizia la sua professione nel mondo della gestione dei crediti nel 1988 lavorando per alcune delle principali società finanziarie nazionali in qualità di funzionario di recupero esterno.

Nel 1992 fonda in qualità di socio e amministratore una Società di gestione e recupero crediti, che ancora oggi opera nel settore finanziario e bancario per le principali società di credito a consumo italiane.

Nel 1997 lascia l’incarico di amministratore e socio nella precedente società e fonda la Consulgest Italia srl unipersonale con sede a Napoli, occupandosi sempre della gestione dei crediti per conto di banche e società finanziarie. Nel 2018 fonda la Devisu 2.0 con sede a Milano per occuparsi di servizi avanzati sempre per il mondo bancario e finanziario e ancora in qualità di imprenditore e socio investitore si interessa del mondo del food partecipando all’apertura di alcune steakhouse.

Nel 2022 fonda insieme ad altri imprenditori e investitori la SecurBrain società specializzata nel settore della cyber security applicata all’intelligenza artificiale. A maggio del 2022 viene eletto nel consiglio direttivo di UNIREC l’associazione di categoria delle imprese di recupero crediti.

Intervista a Giovanni Cecere

Nel caso venisse eletto, quali saranno le priorità di cui si occuperà?

Il Consiglio direttivo è già impegnato su alcune importanti questioni che sono di interesse strategico nel nostro settore.

Direi che il recepimento della nuova direttiva europea relativa Ai crediti NPL ha un ruolo principale per l’impatto che potrebbe generare sulla organizzazione dei Players della gestione del credito ed è necessario seguire con particolare attenzione per poter provare ad indirizzare le scelte delle istituzioni. Da non sottovalutare il rinnovo del contratto studi professionali e la gestione dei rapporti di partnership tra gli associati che necessita sicuramente di un approfondimento in un’ottica di crescita delle marginalità per tutta la filiera.

Tema non banale sarà anche la rappresentatività di UNIREC che permetta di essere sempre più riconosciuta dal mercato e dalle istituzioni come il principale interlocutore del mondo della gestione del credito.

Sono certo che con la collaborazione esistente con i colleghi del consiglio che ritengo competenti e con idee e obiettivi molto chiari si potranno raggiungere alcuni risultati nell’arco del mandato.

Quali sono le caratteristiche che deve avere, secondo lei, la persona chiamata a guidare UNIREC?

Ritengo che il presidente di un’associazione di imprese debba essere capace di saper negoziare con tutte le anime che partecipano alla vita associativa e riuscire a intercettare i bisogni degli associati per promuovere insieme al consiglio le azioni necessarie a soddisfarli. Un’altra caratteristica necessaria dovrà essere la bravura nel motivare gli associati ad offrire il loro contributo in termini di idee e progetti per rendere l’associazione più attrattiva e ricca di interessi per chi vuole farne parte e per chi già è associato. Oltre le caratteristiche personali, avrà la necessità di conoscere profondamente il settore della gestione del credito per riuscire a comprendere anche le problematiche che gli associati affrontano nella quotidianità. Sono ragionevolmente certo che una figura imprenditoriale sicuramente possa rappresentare tutte le tipicità richieste per svolgere questo ruolo.

Se eletto, su quali elementi fondamentali baserà la sua presidenza?

Qualora venga eletto credo che un elemento importante possa essere la strategia per rendere UNIREC ancora più autorevole di fronte a tutti gli stakeholder del settore. Concentrarsi sul potenziamento della rete di relazioni istituzionali oltre ad essere necessario è sicuramente un’opportunità per confrontarsi e indirizzare le varie scelte di chi “regola” il mercato. Altro elemento importante sarà la capacità di recepire in modo veloce le richieste che arrivano dal settore e affiancare tutte le aziende affinché possano soddisfare con sforzi contenuti quanto necessario per poter competere. Chiaramente non bisogna perdere di vista che l’associazione dovrà lavorare insieme a tutti gli attori per raggiungere una sostenibilità economica della filiera in modo che tutti i partecipanti possano considerarsi valutati per lo sforzo che sostengono.

Chi è Marcello Grimaldi?

Nato nel 1970, Marcello Grimaldi si è laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Messina.

Dal 2004 è nel Gruppo FIRE S.p.A. (www.fire.eu), oggi con la qualifica di “General Counsel”. Entrato nel Gruppo nel febbraio 2004, assume dapprima il ruolo di supporto diretto del Presidente e Amministratore delegato, quindi il coordinamento della funzione Legal e, di seguito, a partire dal 2008 anche la gestione del personale, con la qualifica di “Legal & Personnel Administration Manager”.

Dal febbraio 2017 sino a luglio 2021 è stato Presidente del Forum UNIREC/Associazioni dei Consumatori, partecipando alla redazione del Codice di condotta di settore, ex art. 27 bis del Codice del Consumo, coordinandone l’aggiornamento; presiedendo il comitato che definisce la Prassi di Riferimento UNI 67:2019 “Criteri operativi per i processi di gestione e tutela del credito”; curando le relazioni istituzionali della Fondazione.

Da maggio 2018 sino a maggio 2022 è stato Consigliere UNIREC con delega al mercato
del lavoro, mentre da febbraio)2014 sino a maggio 2018 è stato Vice Presidente, con delega al mercato del lavoro e ai rapporti con le istituzioni e le Authorities di UNIREC.

Dal 2015 è Delegato per l’Italia in FENCA (Federation of European National Collection Associations), rappresentando l’associazione nelle iniziative organizzate a livello europeo, oltre a partecipare ai tavoli di lavoro e a essere Membro del Legal Committee di FENCA.

Intervista a Marcello Grimaldi

Nel caso venisse eletto, quali saranno le priorità di cui si occuperà?

Le priorità sono dettate dalle scadenze e dalle recenti aree di intervento del legislatore, oltre che dal dialogo con le parti sociali e le associate.

Sotto il profilo normativo, la direttiva NPL pone non pochi temi applicativi da risolvere a stretto giro con il MEF, operando un confronto in sede FENCA con le esperienze degli altri Stati. L’attuazione della Direttiva rappresenta un’occasione per rivedere la normativa di settore o comunque per ottenere almeno una nuova circolare di chiarimento.

È del pari prioritario il tema della gestione delle relazioni interassociative, della loro evoluzione e della difficoltà vissuta quotidianamente dalle aziende, a fronte dei crescenti oneri di compliance e di una marginalità che va riducendosi.

Sotto il profilo giuslavoristico, la nuova disciplina dell’equo compenso determina la necessità di un confronto immediato con le istituzioni parlamentari sulla formulazione del testo attuale e sulle criticità che ancora presenta.

Né è più rinviabile l’attivazione di nuove relazioni con gli uffici delle Authority che hanno competenza sul settore, come va immediatamente affrontato il delicato rinnovo del CCNL Studi Professionali.

Quali sono le caratteristiche che deve avere, secondo lei, la persona chiamata a guidare UNIREC?

La nostra associazione è un’associazione articolata e complessa e deve necessariamente interfacciarsi con svariati interlocutori.

Per tale motivo, ritengo sia imprescindibile avere consapevolezza degli equilibri interni ed esterni, esistenti e da costruire, accompagnata dalla capacità di preservare detti equilibri.

Ne segue che l’esperienza in termini di concreto vissuto associativo nei ruoli UNIREC rappresenta un must have per il Presidente dell’associazione. In altre parole – a mio avviso – alla candidatura alla Presidenza si arriva dopo un percorso attivo in associazione, in modo da essere pronti e già “sul pezzo”, con padronanza delle dinamiche che animano l’associazione.

Ovviamente il tutto accompagnato da doti relazionali e conoscenze normative e tecniche del settore.

Se eletto, su quali elementi fondamentali baserà la sua presidenza?

Se l’assemblea vorrà accordarmi fiducia, si tratterà di una presidenza di forte contenuto tecnico, connotata dalla capacità di ascoltare gli associati e fornire loro risposte, in altre parole promotrice di una intensa politica di comunicazione interna ed esterna. Una presidenza con una vocazione istituzionale, quindi presente su tutti i tavoli con istituzioni, Authority, associazioni dei consumatori e sindacati, in un’interlocuzione che personalmente ho già gestito e di cui già conoscono meccanismi e risvolti.

Sono convinto che, sfruttando le relazioni già esistenti, una presidenza che nasce da un’esperienza decennale potrebbe esprimere elementi di forte innovazione e nuove opportunità, da condividere con il coinvolgimento di tutti gli stakeholders, ben consapevoli che oggi le società di tutela del credito rivestono un ruolo cruciale per l’intero sistema, poiché in grado di condurre non solo al recupero del dovuto ma anche a soluzioni di risanamento della posizione del consumatore-debitore.

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