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Acquisto crediti: le aziende di UNIREC sono pronte

Intervista al nuovo Presidente dell’associazione del recupero Marco Pasini

La grande novità dell’anno per il settore del recupero crediti è senza dubbio la possibilità per gli operatori di acquistare ufficialmente i crediti finora solo gestiti per conto di terzi.
Una vera innovazione, o un turning point per tutto il comparto, come meglio scopriremo nel seminario organizzato da StopSecret Magazine a Roma il prossimo 8 luglio per trattare tutti i profili di questa grande innovazione.

Per capire come gli operatori si stiano approcciando a questo nuovo mercato, abbiamo intervistato il nuovo Presidente di UNIREC Marco Pasini che parteciperà l’8 luglio alla tavola rotonda delle associazioni.
Eletto Presidente di UNIREC nel maggio scorso, Pasini è un imprenditore esperto, vanta una lunga carriera nel settore di cui oggi guida l’associazione di categoria, che, dalla fondazione, si batte per il completo riconoscimento della professionalità degli addetti e per la diffusione della cultura e della deontologia nel settore del recupero crediti per conto di terzi.

Presidente, come vede UNIREC questa nuova prospettiva di mercato nell’acquisto crediti, per le agenzie di recupero crediti per conto terzi?
In premessa, va sottolineato che le imprese a tutela del credito ex art. 115, già prima dell’emanazione del “Decreto MEF Intermediari finanziari” potevano – seppur attraverso azioni sporadiche – acquistare crediti.
Oggi questa attività, che grazie alla recente pubblicazione del decreto diventa più strutturata e normata da regole precise, rappresenta un’opportunità di business ancora più importante in quanto potrà essere svolta con modalità più continuative anche da piccoli imprenditori.

Occorre precisare, però, che per svolgere questa attività è auspicabile che le imprese e gli operatori abbiano specifiche competenze da utilizzare sia nella fase di acquisizione dei portafogli che nella successiva gestione: un know-how che andrà perfezionato all’interno delle realtà interessate a questa apertura di business.   E’ un dato di fatto, comunque, che anche all’interno della nostra Associazione sono presenti tanti service medio-piccoli specializzati nel fornire servizi ai player del mondo NPL: ritengo, quindi, che operazioni marginali dirette oppure il frazionamento di grandi portafogli possano generare interessanti opportunità per aziende con una valenza operativa regionale o macroregionale.

La specializzazione nella gestione degli NPL è un elemento sempre più richiesto dalle società clienti/mandanti, come si rapporta con la deontologia professionale, in particolare nei rapporti con i consumatori, che da sempre è un cavallo di battaglia dell’associazione e che ruolo può avere il forum con i consumatori che avete costituito recentemente?
Come ho precedentemente asserito la gestione di prodotti con un aging particolarmente elevato come gli NPL, richiede competenze specifiche da parte degli addetti che devono avere un’adeguata e approfondita conoscenza di tutti i meccanismi e degli strumenti risolutivi sia per la natura delle posizioni debitorie che per la stessa anzianità dei crediti. 
E’ necessario adottare un approccio al debitore improntato alla negoziazione di alto profilo che non può che essere proprio di imprese e operatori con un elevato standing di professionalità e formazione, al fine di addivenire alla miglior soluzione praticabile, nell’interesse del creditore ma anche del debitore stesso.
Veniamo al tema della deontologia professionale. Inutile dire che per UNIREC è un elemento centrale per la qualificazione del comparto, delle imprese e degli operatori ed il ridotto numero di controversie che il nostro osservatorio ha rilevato a fronte delle oltre 40 milioni di posizioni gestite nel 2014, sono le migliori testimonianze del nostro impegno costante.
A giugno 2014, UNIREC e le cinque Associazioni dei Consumatori più rappresentative hanno costituito la Fondazione FORUM UNIREC-CONSUMATORI che in un anno:
– ha redatto la “Guida del Consumatore ai servizi di tutela del credito”, strumento di conoscenza e divulgazione più rivolto al Consumatore/Debitore che vengono in contatto con le imprese a tutela del credito;
– ha sottoscritto il “Codice di Condotta per i processi di gestione e tutela del credito“, documento che – tra gli altri contenuti – esplicita le più corrette ed appropriate modalità con cui una società di tutela del credito può procedere al sollecito del pagamento;
– ha siglato il Protocollo e Regolamento di Conciliazione Paritetica volto a dirimere in via stragiudiziale eventuali controversie tra Consumatore e impresa di recupero.

La creazione del FORUM e i documenti realizzati sono la prova concreta e tangibile della volontà di instaurare una collaborazione strutturata e permanente con tutti gli stakeholder del comparto.

A parere di UNIREC, le due diligence per le cessioni, devono essere realizzate da professionisti/società terze specializzate o le aziende di recupero sono in grado di realizzarle autonomamente in modo efficace?
Potenzialmente anche le imprese di recupero crediti sono in grado di svolgere l’attività di due diligence nei confronti dei soggetti che hanno dei portafogli da cedere. Anche in questo caso, però, le imprese devono dimostrare di essere altamente specializzate: tale attività, infatti, deve essere svolta con una precisa conoscenza del mercato, analizzando nel dettaglio il portafoglio dei clienti grazie a precise expertises.  Il tutto andrà svolto sempre con grande riservatezza rispetto alle attività svolte in conto terzi.
In conclusione, posso ritenere che un’azione di due diligence effettuata da una nostra impresa, adeguatamente preparata, può sicuramente avere un valore aggiunto rispetto a quella svolta da un altro consulente, proprio grazie alla conoscenza diretta delle problematiche e delle possibilità di realizzo del portafoglio direttamente acquisite sul campo.

L’attività di recupero crediti per conto terzi è stata da sempre ritenuta una attività vincolistica dal legislatore, questa apertura verso l’acquisto, seppur vicina al recupero per conto terzi, a suo avviso, può essere un segnale per rendere compatibile l’esercizio della professione del recupero anche con altre attività, come ad esempio le informazioni commerciali o le segnalazioni per eventuali contratti di natura finanziaria, al momento esercitabili solo con diversa ragione soc
iale?

La nostra attività è normata e vincolata da quanto previsto dall’art. 115 del TUPLS.  All’interno di quanto disposto dal suddetto articolo e dalla normativa di settore, saremo ben lieti di poter ampliare il nostro raggio d’azione e di conseguenza il nostro business ad attività compatibili con i vincoli presenti nei rapporti con le nostre Committenti – e mi riferisco all’esclusività ed alla riservatezza – ed ovviamente nel pieno rispetto della normativa sulla Privacy.

di Marco Recchi
© Riproduzione riservata


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