Il nostro Paese potrebbe incassare 135,58 miliardi di euro di IVA, ma ne raccoglie solo 120,98 miliardi: il divario di oltre 14 miliardi è il più elevato rispetto a Germania, Francia, Spagna e Olanda.
L’evasione dell’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA) rappresenta una delle sfide fiscali più critiche per molti paesi dell’Unione Europea, tra cui l’Italia. Questo fenomeno non solo erode le entrate fiscali dello Stato, ma distorce anche la concorrenza leale tra le imprese e mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni pubbliche. Recenti studi e rapporti evidenziano che l’Italia detiene il primato negativo per quanto riguarda il divario tra il gettito Iva potenziale e quello effettivamente riscosso, con una differenza di oltre 14 miliardi di euro.
Cos’è l’evasione Iva?
L’IVA, o Imposta sul Valore Aggiunto, è un’imposta indiretta che si applica sulla cessione di beni e servizi. Introdotta per la prima volta in Francia nel 1954, l’IVA è ora presente in quasi tutti i paesi del mondo, e costituisce una delle principali fonti di entrate per i governi. L’evasione IVA si verifica quando le imprese o i consumatori finali evitano di pagare questa imposta, attraverso vari mezzi quali la sotto-dichiarazione dei ricavi, l’omessa fatturazione o l’utilizzo di fatture false. Questo tipo di evasione ha un impatto significativo sulle entrate fiscali di un paese, poiché riduce il gettito complessivo che dovrebbe essere destinato a finanziare i servizi pubblici e le infrastrutture.
Situazione attuale dell’Italia
Secondo i dati più recenti forniti dalla Commissione Europea, il divario IVA dell’Italia, ovvero la differenza tra il gettito potenziale e quello effettivo, è il più alto tra i principali paesi europei. Il nostro Paese ha un gettito potenziale di 135,58 miliardi di euro, ma ne raccoglie solo 120,98 miliardi, con un divario di oltre 14 miliardi di euro. Questo gap rappresenta una perdita significativa per l’economia italiana, soprattutto se confrontato con i divari di Germania, Francia, Spagna e Olanda, dove le differenze tra gettito potenziale e reale sono decisamente inferiori.
Un rapporto del 2023 della Commissione Europea sul divario IVA ha rilevato che l’Italia rappresenta circa un quinto dell’intero gap IVA dell’Unione Europea, sottolineando la gravità del problema nel contesto italiano. Questo dato non solo evidenzia l’inefficienza del sistema fiscale italiano, ma mette anche in luce la necessità di interventi strutturali e riforme per migliorare la raccolta delle imposte.
Conseguenze dell’evasione IVA
L’evasione IVA ha numerose conseguenze negative per l’economia italiana. In primo luogo, riduce le entrate fiscali disponibili per il finanziamento dei servizi pubblici essenziali come la sanità, l’istruzione e le infrastrutture. In secondo luogo, crea una distorsione della concorrenza, favorendo le imprese che evadono le tasse rispetto a quelle che rispettano le leggi fiscali, con effetti negativi sull’equità e sulla competitività del mercato. Infine, l’evasione fiscale mina la fiducia dei cittadini nel sistema fiscale e nelle istituzioni, alimentando un circolo vizioso di mancata compliance fiscale.
Confronto con altri Paesi europei
In Europa, paesi come Germania, Francia, Spagna e Olanda hanno implementato diverse strategie per combattere l’evasione Iva con successo. La Germania, ad esempio, utilizza avanzati sistemi di tracciamento elettronico delle transazioni, mentre la Francia ha rafforzato i controlli fiscali e introdotto severe sanzioni per i trasgressori. La Spagna ha investito in tecnologie digitali per monitorare le transazioni in tempo reale, e l’Olanda ha semplificato il suo sistema fiscale per ridurre le opportunità di evasione. Questi paesi hanno dimostrato che una combinazione di tecnologia avanzata, rigorosi controlli fiscali e politiche semplificate può ridurre significativamente l’evasione Iva.
Misure adottate in Italia
In risposta al crescente problema dell’evasione IVA, l’Italia ha recentemente adottato una serie di misure per migliorare la compliance fiscale. Tra queste, l’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria per tutte le transazioni commerciali, che ha permesso di ridurre la sotto-dichiarazione dei ricavi e migliorare la trasparenza. Inoltre, il governo ha implementato nuovi strumenti tecnologici per monitorare le transazioni e ha rafforzato i controlli fiscali, aumentando le risorse destinate all’Agenzia delle Entrate. Tuttavia, nonostante questi sforzi, il divario IVA rimane elevato, indicando la necessità di ulteriori interventi.
La situazione sull’evasione IVA degli altri Paesi europei
La Germania ha un divario IVA del 2,8%, con un gettito potenziale di 266,85 miliardi di euro e 259,39 miliardi effettivamente riscossi, mostrando un gap di 7,4 miliardi. Anche la Francia, nonostante i precedenti problemi, ha ottenuto risultati migliori dell’Italia: il suo divario IVA è sceso dall’8,5% al 4,9% nel 2022, con un gettito potenziale di 194,28 miliardi di euro e 184,73 miliardi effettivamente raccolti, e un ammanco di 9,5 miliardi.
La Spagna rappresenta un vero caso di successo, riducendo il divario IVA dal 5,5% allo 0,8%, con un buco di appena 660 milioni: un gettito potenziale di 82,91 miliardi di euro contro 82,25 miliardi effettivamente riscossi. L’Olanda, con un gap dello 0,2%, si distingue come il paese con il divario IVA più basso tra i principali paesi europei. Le entrate potenziali olandesi sono di 65,25 miliardi di euro, con 65,40 miliardi effettivamente raccolti, dimostrando un sistema fiscale estremamente efficiente e un’alta conformità da parte dei contribuenti.
Allargando il confronto ad altri paesi medi dell’Unione Europea, l’Italia risulta seconda solo alla Grecia in termini di inefficienza nella raccolta dell’IVA. La Grecia, con un divario del 17,8% e un gettito potenziale di 18,17 miliardi di euro contro 14,94 miliardi riscossi, continua a lottare con gravi problemi strutturali che ostacolano l’efficacia delle sue politiche fiscali.
Il Belgio, con un divario del 6,9%, ha mostrato un miglioramento rispetto al 13,6% del 2021. Le sue entrate potenziali sono di 36,83 miliardi di euro, con 34,30 miliardi effettivamente raccolti. Sebbene vi sia stato un progresso, il divario resta comunque superiore a quello di molti altri paesi europei. Il Portogallo ha ridotto il divario dal 7,0% al 3,6%, con entrate potenziali di 19,82 miliardi di euro e 19,11 miliardi effettivamente raccolti.
Proposte per il futuro
Per affrontare efficacemente l’evasione IVa, gli esperti raccomandano una serie di misure che vanno oltre le attuali politiche. Tra queste, l’adozione di tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e il machine learning per identificare pattern di evasione e migliorare la capacità di rilevamento delle frodi. La semplificazione del sistema fiscale e la riduzione della burocrazia sono altrettanto cruciali per rendere più difficile l’evasione e incentivare la compliance. Inoltre, è importante investire nell’educazione e nella sensibilizzazione pubblica per cambiare la percezione culturale dell’evasione fiscale e promuovere una maggiore responsabilità civica.