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Amarezza tra gli Esperti della PA: l’emendamento peggiora la gestione del credito

L’intervista a Mauro Cammarata che esprime la sua opinione circa il nuovo emendamento al testo della legge di bilancio che esclude operatori e pratiche del recupero stragiudiziale.

StopSecret Magazine ha intervistato Mauro Cammarata, Capo dell’Area Risorse Finanziarie del Comune di Bologna, a proposito del tanto discusso emendamento al testo della legge di bilancio che limita ai soli soggetti iscritti all’albo dei riscossori lo svolgimento delle attività di supporto o propedeutiche all’accertamento e alla riscossione delle entrate degli enti locali.

Che ne pensa dell’emendamento al testo della legge di bilancio che esclude operatori e pratiche del recupero stragiudiziale?
Ritengo che il Parlamento, approvando questa norma, abbia commesso un grosso errore, seguendo interessi di parte, quelli degli iscritti all’Albo, invece che l’interesse pubblico. L’errore è aggravato dal fatto che con una recente modifica normativa, dal primo ottobre 2017, gli iscritti all’Albo per la riscossione volontaria si devono comunque avvalere del conto di tesoreria del Comune, ovvero di conti correnti postali intestati al comune stesso. Tale norma in verità andrebbe estesa dalla riscossione volontaria a tutta la riscossione e quindi anche a quella coattiva.
Questa modifica normativa toglie la disponibilità finanziaria ai soggetti iscritti all’Albo, proprio a causa di diversi scandali che hanno interessato i soggetti iscritti all’Albo. E’ evidente, perciò, che la vigilanza sull’Albo da parte del Ministero Economia e Finanze non funziona.
Viste le vicende successe in questi anni, dopo avere esteso la suddetta normativa dalla riscossione volontaria alla riscossione coattiva, sarebbe opportuno sopprimere l’Albo, in quanto non ha funzionato e comunque non ha più ragione d’esistere. Probabilmente è in contrasto anche con la normative europee sulla libera concorrenza.

Come può impattare l’emendamento nella gestione del credito della PA?
Impatterà certamente in modo negativo. I soggetti iscritti all’Albo hanno avuto diversi problemi, quindi si può dire che il mercato dei soggetti seri e professionali è limitato, mentre invece fuori dall’Albo vi sono molti soggetti che svolgono seriamente attività di supporto alla riscossione, ma in questo modo rischiano di rimanere fuori dal mercato, con un gravissimo danno per i comuni che riscuoteranno con molte più difficoltà le proprie entrate.
Qual è il macro-scenario che si prospetta nell’immediato futuro?
Bisognerà certamente cercare di eliminare questa norma, ma anche di eliminare l’Albo. Ritengo che, nell’attesa delle auspicabili modifiche normative, sarà necessario individuare quali siano le attività di supporto alla riscossione che debbano rientrare nella privativa dell’Albo.
Per esempio potrebbero non rientrare le attività di recupero crediti svolte con call center o visite domiciliari, in quanto soggette ad una normativa speciale che prevede la vigilanza della Questura ed in ogni caso è opinabile che tali attività siano da considerarsi come supporto alla riscossione.

Come cambierà la ripartizione della gestione dei crediti nel comune di Bologna?
Il problema è molto serio, in quanto, in base alla nuova contabilità degli enti locali, i Comuni possono spendere solo ciò che incassano e quindi la riscossione è diventata l’attività prioritaria del Comune di Bologna, come lo dovrebbe diventare per tutti i comuni italiani.
Riscuotere meno significa alzare la pressione fiscale, per mantenere i medesimi servizi, oppure tagliare i servizi. Bologna sta già utilizzando un call center per il recupero crediti e continueremo ad utilizzarlo, in quanto riteniamo non rientri nella definizione di attività di supporto alla riscossione ed in ogni caso vi è una normativa speciale che disciplina questi soggetti sottoposti alla vigilanza della Questura.
La faccenda più fastidiosa è che il Parlamento ed il Governo non affrontano il problema vero della riscossione, anzi continuano ad approvare norme che la ostacolano. La priorità per il Legislatore dovrebbe essere quella di approvare una riforma organica e moderna della riscossione, visto che, ad oggi, per la riscossione coattiva in particolare, i comuni utilizzano l’ingiunzione fiscale disciplinata da un regio decreto del 1910. In tale riforma dovrebbero essere risolti i numerosi problemi che affliggono oggi la riscossione. Si noti bene che la riscossione coattiva è fondamentale per tutto il sistema, in quanto, se questa funziona, migliora ovviamente anche tutta la riscossione spontanea e viceversa.

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