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Banca Progetto diventa sempre più fintech. Ecco come

L’AD Paolo Fiorentino ci racconta tutti i progetti nel settore lanciati dall’istituto di credito e ci anticipa le sue prossime mosse

Ci sono banche che temono il fintech e altre che lo abbracciano senza esitazione. Tra queste ultime rientra Banca Progetto, nata nel 2015 dal riassetto di Banca Popolare Lecchese a seguito dell’acquisto da parte del fondo californiano Oaktree e specializzata nei servizi alle pmi e alla clientela privata. Abbiamo parlato dell’approccio al fintech di Banca Progetto con il suo AD, Paolo Fiorentino.

Perché Banca Progetto ha deciso di diventare più fintech?

Premetto che il concetto di fintech è diventato ormai parte del nostro quotidiano: la nostra vita è scandita dalla relazione con la tecnologia, quindi è ineluttabile andare verso soluzioni fintech anche nel settore finanziario. Come Banca Progetto, abbiamo ripensato il nostro modello di servizio intercettando le aspettative dei clienti in una logica digitale. I nostri clienti hanno le esigenze tipiche dei consumatori di questo secolo, in termini di timing ed esperienza. Ci è stato possibile intercettarle grazie all’assenza di legacy della banca e al nostro orientamento verso le comuni aspettative dei consumatori.

Quando avete capito che era ora di abbracciare il fintech?

Da subito, essendo noi una startup. Quando sono entrato in azienda a fine 2018 ci siamo concentrati immediatamente sulla trasformazione digitale della banca, focalizzandoci su specifiche attività perché non potevamo evidentemente presidiare tutto lo spettro di prodotti finanziari.

Su quali vi siete concentrati? Con quali partner?

Ci siamo focalizzati su 3 prodotti: l’apertura del conto deposito da remoto, il finanziamento alle pmi e la cessione del quinto dello stipendio. Il conto deposito è stato realizzato interamente da Banca Progetto: dall’onboarding al pricing. Ci avvaliamo di fornitori esterni solo per soluzioni di mercato standard. Nei paesi esteri in cui siamo presenti (Germania, Spagna, Olanda) abbiamo una partnership con la piattaforma internazionale Raisin, che utilizziamo come soluzione in white label.

Per i finanziamenti alle pmi, i nostri partner principali sono la fintech veneta modefinance (che gestisce le informazioni presenti nei bilanci, estrae un primo scoring delle aziende in tempo reale e assegna loro un rating) e la piattaforma di CRM Salesforce, integrata nella piattaforma modefinance.

L’infrastruttura tecnologica di Banca Progetto si appoggia ad AWS (Amazon Web Services, la piattaforma cloud di Amazon): siamo stati il primo istituto di credito ad aver ricevuto l’autorizzazione di Banca d’Italia a esternalizzare l’intera infrastruttura tecnologica. AWS ci ha dato la flessibilità necessaria per lavorare con i plug-in di diverse fintech, per cui abbiamo scritto poco codice e integrato tanto. Un altro nostro partner tecnologico consolidato è l’italiana Solutions to Enterprises (S2E), che ci offre grandi garanzie in termini di qualità, e ossessione per la sicurezza, senza trasmetterla al cliente con procedure troppo barocche per svolgere le operazioni, in modo da non compromettere la user experience (UX).

Siamo anche entrati nel capitale della fintech italiana faire.ai. Il nostro obiettivo è farci contaminare dalle fintech, anziché cercare di piegare alle logiche tradizionali le logiche delle fintech/startup, come cercano di fare alcune banche tradizionali europee.

Infine, abbiamo stretto una partnership con Finleap per la programmazione sulla cessione quinto. Il nostro prodotto sarà disponibile a inizio 2021 per agenti e clienti finali. Sarà una soluzione B2C molto disruptive.

Quali saranno i vostri prossimi passi nel fintech? 

La nostra grande idea sul fintech è l’Innovation Lab, cui partecipano tra gli altri AWS, IBM, modefinance, Experian. Con questo programma insieme accompagneremo le startup per costruire soluzioni disruptive sul mercato delle pmi, dove attualmente vi è una certa carenza di prodotti e processi digitali. Grazie a un hackaton intendiamo individuare e selezionare le migliori startup da avviare a percorsi incubazione di 6-12 mesi, supportandole con i nostri partner. In particolare, come banca offriremo finanziamenti agevolati con garanzia statale. L’obiettivo dell’Innovation Lab è aiutare le startup sia a costituirsi, sia a mettere a terra le loro soluzioni sul mercato. L’Innovation Lab sarà lanciato entro fine 2020 e il primo hackaton partirà nel primo trimestre 2021, coronavirus permettendo.

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