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Muore Silvio Berlusconi, luci e ombre di un trentennio di storia italiana

A 86 anni si spegne Silvio Berlusconi, imprenditore, politico, per quattro volte Presidente del Consiglio. Uno degli uomini più influenti della storia del nostro Paese. Ha segnato un’epoca, ma la sua vicenda pubblica e privata è stata al centro di molti scandali e processi giudiziari.

Silvio Berlusconi muore a 86 anni: la sua controversa parabola di vita

Amato, odiato, criticato e osannato. Silvio Berlusconi nel corso della sua vita, e in particolare della sua attività politica, ha saputo unire e dividere le persone, ma certamente ha lasciato un segno indelebile nella storia italiana.

Il Cavaliere, come pubblicamente riconosciuto, si è spento il 12 giugno, intorno alle 9.30 all’ospedale San Raffaele di Milano, dov’era ricoverato da venerdì. Classe 1936, il prossimo 29 settembre avrebbe compiuto 87 anni. L’ex premier e presidente di Forza Italia soffriva da tempo di leucemia mielomonocitica cronica e negli ultimi giorni le sue condizioni di salute erano gravemente precipitate.

Nonostante avesse mantenuto la guida del suo partito, e non disdegnasse qualche apparizione pubblica, negli ultimi tempi Berlusconi aveva avuto diversi problemi di salute che lo avevano costretto ad alcuni interventi (anche d’urgenza) e a reiterati ricoveri in ospedale.

Fino a quando è arrivata la notizia che ha sconvolto il Paese. Silvio è morto.

Sicuramente una notizia che mette un punto definitivo su una parte di storia italiana, che lo stesso Berlusconi ha saputo edificare con la sua lunga attività politica e con la creazione di un impero mediatico che ha contribuito a cambiare i connotati del nostro Paese.

Dall’imprenditoria alla politica, la scalata al potere del Berlusca

Le fortune di Silvio Berlusconi iniziarono nei primi anni ’60 nella sua Milano, nel settore immobiliare e dell’edilizia. In breve, Berlusconi si distinse come un abile imprenditore e la sua carriera decollò nel giro di pochi anni. Nel 1978 fonda Finivest (che successivamente diventerà Mediaset), nel 1990 acquisisce la maggioranza di Mondadori e nel 1986 diviene proprietario dell’A.C. Milan.

Ma è del 1994 la svolta definitiva, con la famosa “discesa in campo” con Forza Italia, il partito di centro-destra da lui fondato. Berlusconi è un abilissimo comunicatore, è un uomo che si è fatto da solo, ben distante per energia, forza e pragmatismo dalla classe dirigente dell’epoca e dai suoi avversari politici.

La sua parlantina seduce il Paese, tutto il resto lo fanno le sue televisioni che sbaragliano il monopolio della Rai con un tornado di quiz show, veline seminude, soap opera e telefilm. Con la Tv, Berlusconi costruisce un Paese a sua immagine e somiglianza, plasmando le coscienze e la cultura degli italiani.

L’Italia è bella e vincente. Un posto dove tutto è possibile e dove tutti possono avere un’opportunità.

La politica del Cavaliere, con Forza Italia prima e Il Popolo delle Libertà dopo, ha ambizioni liberiste, europeiste, ma l’ex premier, nonostante l’ampio stuolo di seguaci, viene duramente criticato per le numerose leggi ad personam e per i chiaroscuri legati alla sua sorprendente ascesa.

Scandali e processi dell’ex premier

Come molti uomini di potere anche Silvio Berlusconi è stato al centro di diversi scandali e controversie legali.

Per tutta la vita ha condotto una battaglia personale (oltre che con la sinistra) con la magistratura italiana, culminata in più di una ventina di processi dai quali, tuttavia, è quasi sempre uscito assolto, prosciolto o prescritto, ad eccezione della condanna per frode fiscale nel 2013.

Tante macchie hanno oscurato la vita pubblica e privata del Cavaliere. Dalla presunta collusione con la mafia, allo scandalo del caso Ruby e delle “cene galanti” di Arcore.

Berlusconi verrà sicuramente ricordato per la nomea di “donnaiolo”, ma anche per le sue abilità di mattatore e intrattenitore.

Dalle famigerate navi da crociera, dove cantava da ragazzo, fino ai microfoni dei giornalisti, dove amava dispensare barzellette e battute a dir poco irriverenti. Per non parlare delle figuracce internazionali (il caso Obama è solo uno dei tanti), che gli costarono lo sdegno dei colleghi e della stampa mondiale.

Un uomo che ha sempre pensato di essere al di sopra delle regole, al di sopra di tutto.

E che adesso sarà consegnato ai libri di storia.

Quello, che in fondo, lui stesso voleva.

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