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Npl Meeting: il mercato del recupero diventa “Industry”. Crediti deteriorati, 330 miliardi di euro ancora da amministrare.

Online la nuova edizione del Market Watch NPL. L’ad di Banca IFIS, Colombini: “Investimenti e IT fondamentali, l’economia di scala sarà un vantaggio competitivo”.
si è conclusa oggi al Palazzo del Cinema del Lido di Venezia l’ottava edizione dell’NPL Meeting: l’evento promosso e organizzato da Banca IFIS per il mercato italiano e internazionale dei Non-Performing Loans e il bank restructuring. Al centro del dibattito della due giorni dal titolo «Run The Industry» l’industria del recupero e la gestione dei crediti deteriorati, performance e attese tra vincoli normativi, economici e del sistema Paese.
Il mercato dei crediti deteriorati è in evoluzione e necessita di un approccio di tipo industriale: tutti gli attori sono chiamati a una rapida crescita e al cambiamento per adeguarsi allo scenario competitivo.
«Il recupero resta il tema principale – ha confermato aprendo oggi la main conference l’ad di Banca IFIS Luciano Colombini -: nei bilanci delle banche rimangono circa 164 miliardi di crediti non performanti, 177 miliardi sono stati ceduti ma solamente 11 miliardi sono stati recuperati al 2019. Ci sono quindi da gestire 330 miliardi di crediti deteriorati». «Le strutture di recupero – aggiunge Colombini – devono essere appropriate alla dimensione, complessità e caratteristiche delle attività delle banche con sistemi di monitoraggio continui ed efficienti. Gli investimenti in intelligenza artificiale e IT saranno fondamentali e, per sostenerli, l’economia di scala costituirà un vantaggio competitivo».
L’evento quest’anno ha superato i mille partecipanti. Sessanta i networking workshop, trenta i relatori che hanno animato la main conference nella Sala Grande del Palazzo del Cinema. Tra i protagonisti, i fondi e le società: Intrum, Prelios, Dea Capital, DoValue, Cerved, Credito Fondiario, Goldman Sachs e Moddy’s, grandi banche come Intesa SanPaolo, Unicredit e MPS. Tra gli speaker Francesco Giavazzi docente di Economia politica alla Bocconi, Bruna Szego Head of the Regulation and Macroprudential Analysis Direcrorate in Banca d’Italia e Meri Rimmanen Head of eporting, Loans, trasparency EBA. Ospite Maurizio Cheli, astronauta, ufficiale e aviatore italiano.
Diffusa e pubblicata la nuova edizione del Market Watch NPL a cura dell’Ufficio Studi di Banca IFIS. Queste le principali evidenze del report:
L’Italia, nel confronto europeo, totalizza la riduzione più significativa in termini di NPE ratio: -51% dal 2015 a oggi, -8% rispetto a fine 2018. Il livello di Non performing Loans è tornato a livelli pre-crisi, ma il passaggio da UTP a NPL resta elevato.
Per il 2019 si stimano 48 miliardi di transazioni NPL complessive, il 17% coperte da Gacs, il 35% nel mercato secondario. La previsione per il 2020 è di 43 miliardi di trascrizioni con una percentuale di deal, nel secondo mercato, in crescita al 40%. Alla fine di quest’anno, grazie ad alcuni big deal, le trascrizioni di UTP potrebbero raggiungere i 29 miliardi.
Dal 2015 a oggi circa il 66% delle trascrizioni sono state originate da dieci istituti di credito. I primi cinque buyer per volumi sono in ordine: Quaestio, Banca IFIS, Fortress, Lindorf-Intrum-Caval Investors, Fonspa. Circa il 50% delle transazioni sono NPL secured.
Nel 2019 i prezzi dei crediti secured sono stati stabiliti al 33%. I prezzi medi degli unsecured sono invece aumentati dal 6% al 9% ma è migliorata anche la qualità dei portafogli. La profittabilità del settore attesa è quindi elevata nel medio termine. Sul fronte investitori, i non performing continueranno a offrire ritorni interessanti

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