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Nuovo ddl sulla gestione dei crediti in sofferenza

È stato presentato alla Camera il disegno di legge che consente al debitore di poter acquistare il proprio credito deteriorato prima che la banca lo ceda a terzi

Il 22 settembre è stato presentato alla Camera il ddl “Disposizioni per favorire la definizione delle sofferenze bancarie”; il testo prevede la possibilità per chi ha contratto un debito ed è impossibilitato ad estinguerlo di addivenire ad una transazione con la banca prima quest’ultima ceda il credito deteriorato a terzi. La proposta di legge vede la firma dell’onorevole Pd Paolo Petrini, già promotore del ddl “Disciplina dei servizi per la tutela del credito”.

In un momento piuttosto delicato per quanto concerne la gestione dei non performing loans il testo cerca di definire un punto di contatto tra creditore e debitore al fine di introdurre nell’ordinamento misure correttive capaci, da un lato, di migliorare il recupero del credito e dall’altro di aiutare chi non è più in grado di adempiere ai propri obblighi per motivi che non dipendono dalla propria volontà. In sintesi la proposta di legge si configura vantaggiosa sia per il consumatore, nel tentativo di rimettere in moto la macchina del credito e stimolare la crescita, quanto per il sistema finanziario, al fine di alleggerire la mole ingombrante di Npl.

Nel dettaglio, il ddl prevede che la banca, una volta classificato il credito come sofferente, è tenuta a specificare al debitore che quest’ultimo potrebbe essere ceduto a terzi entro 60 giorni dalla data di classificazione, al fine di permettergli di proporre un’istanza di transazione. Il debitore ha quindi il diritto di proporre all’istituto di credito la volontà di acquistare il proprio debito a patto che sia rapportata alla propria capacità di spesa, desumibile dall’ISEE e dalle dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni o, in alternativa, da un’autocertificazione del debitore. A questo punto, la banca avrà 30 giorni di tempo per fornire una risposta.

Nel testo inoltre viene proposta la creazione di un “Fondo di solidarietà a sostegno del reddito in grado di intervenire nei casi di diminuzione della capacità reddituale delle famiglie, dovuta a eventi improvvisi quali ad esempio la cassa integrazione, la perdita del posto di lavoro, il venir meno della capacità lavorativa del coniuge. Il Fondo oltre ad offrire l’adeguato sostegno economico, svolgerebbe anche l’attività di consulenza e di orientamento nei confronti di quelle persone che hanno una situazione debitoria complicata.

Infine, il ddl prevede anche l’istituzione di un “Organismo nazionale pluralistico per il controllo e la regolazione dei servizi di tutela del credito”, sottoposto alla vigilanza del Ministero della Giustizia. A tale organo spetterebbe la regolazione del mercato dei servizi per la tutela del credito, la definizione dei requisiti minimi necessari per l’esercizio dell’attività e la vigilanza sul rispetto dei requisiti stessi da parte dei soggetti autorizzati e sui livelli minimi di competenza e di qualificazione professionale degli addetti.

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