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Sarah Delforno (Nexi): “Ecco come aiutiamo le banche a sfruttare le potenzialità dell’open banking”

Nuovi servizi digitali portati dall’open banking a beneficio delle banche.

E’ trascorso ormai un anno dall’entrata in vigore della PSD2, la direttiva europea sui pagamenti elettronici che ha spianato la strada all’open banking. Un tema caro alla paytech italiana Nexi, che ha lanciato Nexi Open, l’ecosistema per l’open banking cui possono accedere tutte le banche partner di Nexi. Abbiamo approfondito il tema con Sarah Delforno, Strategy Lead di Nexi.

Quali e quante società fanno attualmente parte dell’ecosistema Nexi Open?
Attualmente abbiamo in Nexi Open oltre 20 partner: nazionali e soprattutto internazionali. Tra essi rientrano le americane Microsoft, Accenture e Bain & Company e le italiane Net Insurance, Yolo e Conio. I partner di Nexi Open coprono i verticali più strategici per le banche italiane, tra cui anche il credito. I partner hanno un respiro internazionale, al fine di portare il meglio dell’estero in Italia, grazie anche alla partnership con Plug & Play, il maggiore incubatore di startup al mondo, che a inizio 2020 ha aperto un nuovo polo del fintech a Milano.

Quando avete deciso di lanciare Nexi Open?
L’idea ci è venuta nel corso del 2019, dopo un’attenta riflessione sul tema dell’open banking. L’ecosistema è stato poi lanciato a marzo 2020. Nexi, che già era il partner tecnologico di CBI per consentire a banche e istituti di pagamento di essere compliant con la PSD2 e di offrire nuovi servizi fintech in Italia e in Europa, ha quindi deciso di lanciare Nexi Open per supportare ulteriormente le banche nel cogliere le opportunità di business offerte dall’open banking.

Quali motivi vi hanno spinto a lanciare Nexi Open?
L’abbiamo costruito a beneficio delle banche partner, per permettere loro di adottare i nuovi servizi digitali portati dall’open banking “normativo” (disciplinato dalla PSD2) e in generale dall’open innovation e dall’open finance, legati alla condivisione delle API (Application Programming Interface, che consentono di estendere o migliorare le funzionalità di un programma attingendo a risorse di altri sistemi, ndr).

Può anticiparci qualcosa sulle vostre prossime partnership nell’open banking?
Uno dei settori per noi più rilevanti è l’open credit, ossia la possibilità per la banca di concedere credito a imprese e persone valorizzando la migliore conoscenza del cliente anche grazie all’open banking normativo. Quest’ultimo permette, partendo dalla consultazione dei conti correnti multi-banca di un cliente, dietro esplicito consenso, di avere un’idea delle sue capacità di ripagare il debito, ed è utile soprattutto per valutare i soggetti sui quali la banca non ha a disposizione le informazioni creditizie tradizionali. Attualmente stiamo per chiudere un accordo con un operatore internazionale leader nella credit e business information che ha colto le potenzialità di PSD2, attivo sia all’estero che in Italia.

Quali vantaggi traggono le banche partner di Nexi da Nexi Open?
Gli istituti di credito partner godono dell’accesso ad un deal flow di partner attentamente selezionati, che propongono servizi “bank-friendly” e generalmente in white label, e che sono facilmente integrabili nell’architettura della banca, grazie al meccanismo delle API.
La selezione dei partner è supportata anche da importanti acceleratori, come la californiana Plug&Play e l’italiana Talent Garden.
In questa fase di open banking a livello embrionale, la nostra iniziativa aiuta le banche a comprendere nel concreto come l’open banking può trasformarsi in nuovi prodotti e servizi, che l’istituto di credito può lanciare a beneficio dei suoi clienti. L’accesso a Nexi Open è libero per tutte le nostre 150 banche partner.

Perché alle banche serve una mano per implementare l’open banking?
L’open banking ha come promessa di valore per la banca l’opportunità di portare velocemente nuovi prodotti e servizi sul mercato, grazie alla collaborazione con partner terzi che hanno già sviluppato il prodotto e con limitati investimenti, grazie all’integrazione via API.
Se questa affermazione è vera per le banche di ogni dimensione, riteniamo che sia di particolare valore strategico anche per le banche più piccole, che spesso dispongono di budget investimenti e di dipartimenti IT di piccole dimensioni, per le quali quindi risulta più conveniente avvalersi di un ecosistema aperto e di un partner terzo già selezionato e bank-friendly, anziché sviluppare soluzioni internamente.

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