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Banche, come gli Npl pregiudicano la reddittività

La crisi economica dovuta dalla pandemia da covid19 pone diversi interrogativi sulla solidità degli istituti di credito europei. La soluzione secondo Enria è rappresentata dalle aggregazioni

L’emergenza sanitaria scoppiata circa cinque mesi fa è destinata a lasciare profondi segni sul sistema economico globale, in particolare per quanto riguarda gli Npl. Il lavoro svolto dalle banche europee (e italiane) per ripulire i propri bilanci dai crediti deteriorati è stato vanificato dalla pandemia che ha rigettato l’Europa e il mondo intero in uno stato di instabilità e di incertezza.

In un recente studio, Bain & Company ha stimato che la mole di Npl prodotta in questi mesi sarà in linea o addirittura superiore rispetto alla crisi finanziaria del 2008. Tuttavia, gli effetti si devono ancora vedere, in quanto le misure introdotte dai governi in favore di famiglie e aziende, stanno rimandando la formazione di nuovi crediti deteriorati. Secondo la società di consulenza americana nel 2021 avremo modo di constatare le reali conseguenze di questa crisi, una volta che gli effetti degli interventi pubblici andranno ad esaurirsi.

In un contesto simile, a preoccupare sono gli istituti di credito a bassa patrimonializzazione. “In Europa il livello di patrimonializzazione delle banche è più elevato di quasi 6 punti percentuali rispetto al 2009” ha sottolineato Giulio Naso, partner di Bain & Company “Tuttavia, come da stime EBA, gli impatti sul capitale potranno essere superiori ai 300 miliardi di euro e alcune banche, meno capitalizzate, potrebbero entrare in forte difficoltà. Inoltre, questa situazione influenzerà significativamente la redditività degli istituti”.

Sotto quest’ultimo punto di vista la risposta alla mancata redditività delle banche arriva da Andrea Enria, presidente del Consiglio di Vigilanza della Bce.

“Le aggregazioni bancarie in Europa servono per far recuperare reddittività al settore, ridurre l’eccesso di capacità produttiva, accelerare la revisione dei sistemi IT, sviluppare nuove tecnologie, razionalizzare la rete di sportelli e non sono necessarie solo in questo periodo di grande incertezza” ha affermato Enria “A fine giugno abbiamo detto che le aggregazioni possono essere un importante elemento della strategia per recuperare reddittività ed eliminare l’eccesso di capacità produttiva e possono essere esplorate nella fase di ripresa dalla recessione. La necessità di fare fusioni deriva dalle debolezze strutturali del settore bancario europeo tra le quali primeggia sicuramente la bassa redditività”.

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