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Npe, cosa aspettarci per il 2021? Ecco le previsioni di Banca Ifis

Per quest’anno il Market Watch della società si aspetta un aumento di 19 miliardi dei crediti deteriorati lordi nei bilanci bancari

Quest’anno aumenteranno di 19 miliardi dei crediti deteriorati lordi nei bilanci bancari. Lo prevede il tredicesimo Market Watch di Banca Ifis, diffuso nel gennaio 2021. La buona notizia è che l’Npe ratio italiano, seppur superiore alla media Ue, aumenterà meno di quello europeo. Per quanto riguarda i volumi delle cessioni, potrebbero raggiungere i 40 miliardi di euro per gli Npl (in pipeline ce ne sono già per 30 miliardi) e 12 miliardi per gli Utp, con una elevata incidenza dei crediti non garantiti. Quasi il 30% delle cessioni di Npl dovrebbe avvenire sul mercato secondario, che ha ormai raggiunto una fase di maturità. Inoltre, dovrebbe salire l’incidenza degli Npl misti, prevalentemente garantiti. A livello di settori, dovrebbe risentire maggiormente della crisi sarà quello delle costruzioni (storicamente quello che subisce i maggiori ritardi nei pagamenti), con 6,6 miliardi di prestiti in sofferenza (contro 1,9 miliardi del 2020).

Per il 2022, Banca Ifis si aspetta un aumento di 20 miliardi dei crediti deteriorati lordi nei bilanci bancari e un volume di cessioni simili a quest’anno, ancora con un’alta incidenza dei crediti unsecured. Le vendite saranno sostenute sia dalla volontà delle banche di alleggerire i bilanci dagli Npl accumulatisi per la crisi innescata dal coronavirus, sia dalla necessità di allinearsi agli obiettivi europei (un Npe ratio al 5%). L’Npe ratio in Italia dovrebbe però a un livello analogo a quello del 2019 e lo stock complessivo di Npe dovrebbe aumentare di oltre 100 miliardi di euro, toccando i 441 miliardi di euro (contro i 340 miliardi del 2020).

In un contesto peggiore del previsto (con un Pil in rialzo del 2% quest’anno e dell’1,7% nel 2022), Banca Ifis stima: un tasso di deterioramento medio dei crediti in rialzo del 3,2% quest’anno e del 3,6% nel 2022 (a peggiorare saranno soprattutto i prestiti alle imprese); un tasso di decadimento da Utp a Npl attorno al 51% sia nel 2021 che nel 2022, percentualmente più sostenuti nel comparto famiglie, confermando così un trend in atto dal 2015. Per quanto riguarda le imprese, quelle più in crisi saranno ancora quelle del settore costruzioni, con crediti in sofferenza per 7,4 miliardi.

Lo studio traccia anche un bilancio del 2020. Quest’anno sono stati ceduti 38 miliardi di Npl e 9 miliardi di Utp, battendo le stime di Banca Ifis a fine settembre 2020 grazie un’accelerazione dell’attività nell’ultimo trimestre dell’anno. Le dismissioni di Utp invece sono state inferiori alle attese a causa del rinvio della chiusura di alcune operazioni, ad esempio da parte di Unicredit.

Le operazioni sono state quasi equamente ripartite tra crediti garantiti e non, con un’elevata incidenza delle aziende come clienti. Il tasso di deterioramento dei crediti è rimasto invariato grazie agli interventi pubblici. Si conferma il ruolo trainante delle Gacs, che si protrae dal 2016: da allora sono infatti state condotte 35 cartolarizzazioni con garanzia statale, per un ammontare di 85 miliardi di euro, concentrate sui portafogli corporate e unsecured, che hanno coinvolto 7 servicer. Si sono registrate le prime cessioni di tranches mezzanine e junior sul mercato secondario. Tuttavia, nel 2020 la pandemia ha portato a un calo dei recuperi anche per i portafogli garantiti con Gacs, ad eccesione di Pop NPLs 2018 e Riviera NPL. Un altro trend confermato nell’anno appena trascorso è stata la concentrazione del settore degli Npl, dove i primi 10 servicer gestiscono quasi 300 miliardi di crediti deteriorati e i primi 6 hanno acquistato il 40% dell’ammontare (dato a fine 2020). Per quanto riguarda gli originator, metà dei crediti sono stati generati da Monte dei Paschi di Siena, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Iccrea Banca e Banca Popolare di Bari. I portafogli più ceduti sono stati quelli misti e non garantiti. I prezzi di cessione di questi ultimi sono stati stabili; in aumento quelli dei portafogli del comparto misto per effetto dei portafogli ceduti garantiti da Gacs.

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