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Intelligenza Artificiale, Elmi (QuestIT): “Il settore finanziario prima di altri ne ha compreso le potenzialità”

L’Intelligenza Artificiale sta trasformando anche il mondo della finanza. Restano però molti dubbi sull’uso che se ne farà, su possibili bias e discriminazioni, sui rischi per privacy e trasparenza.

Intelligenza Artificiale: la finanza è il secondo settore in cui viene più usata

Nell’era dell’Intelligenza Artificiale, tecnologia rivoluzionaria che sta trasformando il modo di vivere e lavorare, viene naturale chiedersi quale impatto avrà sul settore finanziario, comparto da sempre orientato all’efficienza e all’innovazione.

In realtà l’AI viene utilizzata da tempo in finanza. Il potenziale offerto da apprendimento automaticoanalisi predittiva e elaborazione di grandi quantità di dati, è stato immediatamente compreso in ambito finance, tanto che è stata introdotta al fine di ottimizzare l’operatività e rendere i processi più efficienti. Ora, però, la sfida riguarda anche la definizione di nuove strategie e servizi, che fino a poco tempo fa inimmaginabili. 

Cosa è già realtà e cosa possiamo aspettarci per il futuro? Una prima risposta arriva dalla recente indagine condotta da QuestIT, tech company senese specializzata nella realizzazione di tecnologie proprietarie d’intelligenza artificiale, da cui emerge che la finanza è il secondo settore, dietro a quello delle pubbliche amministrazioni, in cui l’AI è più utilizzata.

Interessante notare che le potenzialità dell’AI risultano molto sfruttate soprattutto dalle realtà e dai professionisti del Nord Italia (79%), seguiti da quelli del Centro (14%) e del Sud (7%).

AI in finanza: opportunità o rischio?

Le applicazioni nell’universo finanziario sono innumerevoli e i risultati sorprendenti: per il 43% dei financial advisor globali l’AI ha garantito una maggiore efficienza operativa nel corso del 2023; per il 42% ha fornito un vantaggio nei confronti dei competitor; per il 27% ha realizzato report più accurati.

Dove trova spazio l’AI in finanza? Sicuramente nelle interfacce conversazionali, come assistenti virtuali, alimentati da IA generativa, come anche negli algoritmi che, esaminando volumi importanti e quantità smisurate di documenti e file, identificano con anticipo potenziali rischi e truffesalvaguardando la sicurezza economica dei soggetti coinvolti.

Inoltre, sistemi basati sull’AI possono essere preziosi nel monitoraggio, rilevando l’insorgenza di eventuali frodi, per non parlare delle applicazioni nel trading o nella personalizzazione dei servizi bancari.

Non sorprende dunque sapere che i professionisti della finanza siano estremamente aperti alle nuove tecnologie, tra cui l’intelligenza artificiale, come emerso da Future Data Stats, per cui entro i prossimi 6 anni il mercato globale dell’AI applicata nell’universo finanziario assumerà dimensioni imponenti superando quota 55 miliardi di dollari di fatturato (+450% sul 2023), con una crescita media annuale composta del 23%.

Ma in tutto questo esistono delle insidie nell’uso dell’AI o solo opportunità? Ne abbiamo parlato con Francesco Elmi, Chief Marketing Officer di QuestIT.

L’AI sta rivoluzionando anche il mondo della finanza. Dove potrebbe davvero fare la differenza?

Il settore finanziario prima di altri ha compreso le potenzialità dell’intelligenza artificiale implementando soluzioni per potenziare il supporto clienti, rendere più efficienti e veloci le risposte a richieste e informazioni, anche nelle aree riservate, offrendo un servizio iper personalizzato.

Oggi le implicazioni dell’AI si ampliano ad attività sempre più specifiche, riuscendo, tramite l’AI generativa, i large language models specializzati e l’accesso intelligente ad archivi e database aziendali, a fornire risposte e informazioni utili, dati aggiornati in tutto rispetto della privacy, per dare supporto ad eventuali offerte e suggerimenti di servizi personalizzati.

Come azienda AI abbiamo notato il cambiamento di direzione in tutta Italia, avviando diversi progetti da Nord a Sud. Stiamo sviluppando molti progetti pilota con aziende e enti del centro per sollecitare ancora di più l’interesse e mostrare fattivamente i vantaggi a supporto delle attività interne e quelle rivolte ai clienti. I dati che che stiamo raccogliendo ne dimostrano l’efficacia e questo consoliderà la consapevolezza di tali strumenti.

C’è un forte dibattito sull’uso dell’AI per timori di possibili bias e discriminazioni. C’è effettivamente questo rischio? Se sì, perché e come potrebbe essere superato?

Bias e discriminazioni dell’AI non sono altro che frutto di “distorsioni mentali” propriamente umane che hanno trasferito alle macchine le persone. Oggi però stiamo assistendo ad una sorta di riaddestramento verso un’AI che limita i bias. Ma questo problema potrebbe solo in parte riguardare le aziende, le banche e le PA, dipende da che tipologia di soluzione decidono di integrare nei propri sistemi.

Mi spiego meglio, integrando, on-premises, una soluzione AI specializzata per settore e attività le risposte fornite ad utenti e dipendenti saranno prese esclusivamente dalla documentazione aziendale assicurando un pieno controllo dell’AI.

I timori riguardano anche la probabilità che delegando alcune funzioni all’AI delle figure professionali potrebbero risultare superflue. C’è da aspettarsi una riduzione del personale in finanza con il diffondersi di questa tecnologia?

In QuestIT ribadiamo un concetto essenziale: l’AI non sostituisce, l’AI è un supporto essenziale per l’operatività di persone che sono e saranno fondamentali nel controllo e nella gestione di questi strumenti.

Quello che urge, da parte delle aziende, è quindi una “educazione” all’intelligenza artificiale ovvero un processo di formazione all’utilizzo ottimale di questi strumenti per far entrare questa tecnologia nei processi aziendali nel modo migliore possibile.

All’AI verranno delegate le attività ripetitive e sarà sempre più necessario il controllo umano su attività più complesse. Abbiamo il dovere di usare la tecnologia come strumento e come alleato.

Quali sono, secondo lei, i principali benefici e le maggiori criticità dell’introduzione dell’AI in finanza?

L’introduzione dell’AI nel settore finanziario porta notevoli vantaggi, come l’aumento dell’efficienza operativa, la personalizzazione dei servizi, il rafforzamento della prevenzione delle frodi, miglioramenti nella gestione del rischio e l’innovazione di prodotti.

Tuttavia, presenta anche sfide significative, tra cui preoccupazioni per la privacy e questioni di trasparenza e accountability su cui noi poniamo la massima attenzione creando soluzioni GDPR compliant. È cruciale bilanciare attentamente questi elementi per sfruttare i benefici dell’AI minimizzando i rischi associati.

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