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Aste immobiliari, il mercato tiene: rallenta il calo nel Q2, buone le prospettive per il 2025

Maggiore stabilità nel secondo trimestre del 2024: il mercato delle aste immobiliari segna un calo del 18% rispetto allo stesso periodo del 2023. I dati dello studio di Reviva e Immobiliallasta.it.

Dallo studio congiunto di Reviva e Immobiliallasta.it, emerge che nel secondo trimestre del 2024 il mercato delle aste immobiliari ha mostrato, seppur lievi, segni di miglioramento. Nel primo trimestre dell’anno, il numero complessivo di aste era inferiore del 22% con un totale di 33.538 aste. Nel secondo trimestre invece il calo è stato meno pronunciato, pari al 18%, con 34.736 aste. Pertanto, la media complessiva per il semestre è pari a una diminuzione del 20%, segnale che indica un lieve recupero rispetto ai primi mesi dell’anno.

Maggio si aggiudica il mese con il maggiore numero di aste fissate con 13.351 contro le 11.379 di media del semestre. Il prezzo complessivo degli immobili in asta è stato di € 7.906.295.801, ovvero il -20,7% rispetto ai  € 9.968.690.595 del 2023.

Riguardo la tipologia dei beni messi in asta la componente residenziale è quella che si è ridotta maggiormente calando del -9% a fronte di un aumento della componente non residenziale del 14% e dei terreni del 4,0%. Dato significativo in quanto la tipologia residenziale risulta anche quella più liquida e vendibile.

Sul fronte delle modalità di svolgimento, a partire dal 2020, con l’accelerazione post-pandemica, le aste telematiche hanno guadagnato sempre più spazio. Attualmente, rappresentano il 46% del totale, evidenziando la crescente importanza di questo approccio rispetto alle modalità tradizionali senza incanto o con miste.

Prezzi medi degli immobili residenziali invariati, calano per terreni e non residenziali

Analizzando i prezzi medi delle aste nel 2024 e confrontandoli con la media storica, emergono alcune tendenze significative: il prezzo medio degli immobili residenziali si è mantenuto quasi invariato, passando da 84.688€ a 84.645€, con una variazione minima dello 0,1%.

Allo stesso tempo, gli immobili non residenziali hanno visto un calo più consistente, con una riduzione di prezzo medio da 177.914€ a 167.057€, pari al 6,1%. Anche i terreni hanno subito una diminuzione dei prezzi, scendendo da 104.778€ a 95.341€, segnando una diminuzione del 9%, tuttavia quest’ultimo dato è meno rappresentativo in quanto influenzato anche dal fatto che i terreni possono avere prezzi sensibilmente diversi in base alla tipologia.

Nello specifico, in base a quanto rilevato da Immobiliallasta.it, con maggior focus sul comparto residenziale, nel secondo trimestre 2024 i prezzi al metro quadro delle case singole all’asta hanno registrato un aumento del 3%, le ville hanno visto un aumento dei prezzi pari al 14%, mentre gli appartamenti hanno segnato un calo dello 0,9%.

Per gli immobili non residenziali, il mercato ha mantenuto una stabilità generale, con variazioni significative solo nelle tipologie meno numerose come palazzi e hotel, che per questo tendono a fluttuare maggiormente. Le attività commerciali invece, hanno registrato un aumento dei prezzi del 15% rispetto al trimestre precedente.

Come si evince dall’analisi di Immobiliallasta.it, analizzando i prezzi in euro delle case al metro quadro, si osserva un leggero recupero nel comparto residenziale rispetto al primo trimestre del 2023, mentre rimangono stabili gli immobili non residenziali. Per quanto riguarda l’offerta di immobili residenziali, solitamente più facili da vendere e con un mercato più dinamico, si è evidenziato un calo. Allo stesso tempo, è aumentata l’offerta di immobili non residenziali, con maggiore difficoltà di vendita, a causa di un mercato più ristretto”. Dichiara Ivano De Natale, Ceo e Co-Founder di Immobiliallasta.it

Prospettive future: miglioramento del trend delle aste

Nonostante le variazioni e le sfide attuali, le prospettive per i prossimi anni restano positive. Si prevede infatti che entro la fine del 2024 il numero totale di aste oscillerà tra 120.000 e 135.000, con un trend di calo che continuerà a rallentare per poi stabilizzarsi nel 2025.

“In Italia, il processo che porta un immobile all’asta, dal momento in cui un credito va in default, richiede circa due anni. Questo tempo è dovuto ai vari passaggi procedurali, come la messa in mora, gli atti di precetto, il pignoramento e le nomine dei vari professionisti incaricati. Con il peggioramento della qualità del credito misurata negli ultimi mesi e l’aumento dei crediti in default, ci si aspetta un nuovo aumento del numero di aste, seppur lontano dai numeri del 2019, ma comunque un cambio di direzione, a partire dal 2025/26”. Conclude Giulio Licenza, Co-Founder e COO di Reviva.

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