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Aste immobiliari: nel 2023 sono state 152 mila (-20% rispetto al 2022)

Gli immobili in asta soffrono storicamente dei ribassi del prezzo per via delle vendite deserte, risultano tuttavia essere una grande opportunità per acquistare casa in questo contesto di aumento dei tassi, dove è più difficile avere accesso al credito.

Il valore medio in asta degli immobili residenziali è di  700 €/mq contro i 1.970€/mq degli immobili residenziali in vendita sul mercato tradizionale (dati immobiliare.it). Questi sono i risultati delle analisi dei dati dal PVP (il portale ministeriale delle vendite pubbliche), grazie alla nuova tecnologia di immobiliallasta.it facente parte dell’ecosistema Reviva, che è in grado di leggere di documenti riguardanti gli immobili ed estrarne le informazioni come appunto i mq e i valori.

Un dato molto significativo che per la prima volta quantifica il grande vantaggio economico offerto dall’acquisto tramite aste immobiliari, aspetto fondamentale in un momento storico di aumento dei tassi e che può aiutare centinaia di migliaia di italiani ad acquistare un immobile nonostante la loro capacità di finanziamento si sia ridotta del 40%.

Il mercato delle vendite giudiziali può rivelarsi di grande supporto per il mercato immobiliare e per l’economia in questo contesto di mercato, in quanto offre una grande opportunità di acquistare un immobile a tutte le famiglie e le imprese che stanno soffrendo dell’aumento dei tassi e non riescono più ad accedere ai valori del mercato tradizionale”, commenta Giulio Licenza, CBDO e Co-Founder di Reviva e Immobiliallasta.it.

Le aste immobiliari passano da 191.000 a 152.000

Sono state 152.303 le aste bandite nel 2023,- 20% rispetto alle 191.253 del 2022 e -18% rispetto alle 185.555 del 2021. Nel corso dell’anno l’andamento è stato costante, mediamente ci sono state 13.800 aste/mese, il 20% in meno rispetto alle 17.400 del 2022. Lo stesso impatto si è anche riversato sul valore complessivo delle aste pubblicate, che si attesta nel 2023 a 18 Mld€, -20% rispetto ai 22,6 Mld€ dello scorso anno e ai 23,7 Mld€ del 2021.

Il calo è frutto della diminuzione delle procedure esecutive pendenti nei tribunali in corso da anni, passate dalle 240.000 del 2018 alle 138.000 di fine 2022, contro però un calo dello stock di crediti deteriorati nel sistema non proporzionale, che è passato dai 342 Mld del 2018 ai 306 Mld di fine 22. Questo fenomeno è dovuto al fatto che nella maggior parte dei casi, con la vendita di un immobile in asta e la conseguente chiusura della procedura esecutiva, non viene recuperato integralmente il credito ma solo parte di questo, lasciando ancora un credito residuo estremamente difficile da recuperare, il cosiddetto deficiency claim.

La componente principale, in termini di tipologia di immobili in asta, resta quella residenziale con un volume di immobili che rappresentano il 55% del totale contro il 34% dei non residenziali. Il valore economico principalmente, invece, è concentrato negli immobili non residenziali (48,7%) contro il 42% dei residenziali (che hanno recuperato quote negli ultimi anni) e il 9,3% dei terreni.

“Oggi il settore delle aste si trova in una fase calante. Dal post-covid le aste sono state in crescita, un trend interrotto nel 2022 dove la crescita si è fermata, per poi vedere un calo nel 2023. Tuttavia nonostante il calo degli immobili posti in vendita giudiziaria pensiamo che ci sia una grande opportunità per aumentarne le vendite, in quanto il vantaggio economico che si può ottenere è più attraente di sempre in questo momento storico del mercato immobiliare, per questo abbiamo deciso di investire molto per sviluppare immobiliallasta.it, che punta ad essere il portale di riferimento per gli immobili in asta – aggiunge Ivano De Natale, CEO e Co-Founder di Reviva e Immobiliallasta.it

Continuano ad aumentare le vendite telematiche, che si attestano al 41% per la modalità esclusivamente telematica (sincrona/asincrona), in ulteriore aumento dal 38% dell’anno precedente, mentre solo il 32% si è svolto in modalità mista e il 27% presso il venditore. Questo trend tuttavia non è favorevole al mercato, in quanto le aste puramente telematiche risultano complicate e quindi il rischio che l’asta vada deserta e l’immobile perda valore è molto più alto.  La modalità più indicata per favorire l’utenza dovrebbe essere, invece, quella mista.

Prosegue, inoltre, il trend di riduzione delle aste al nord in favore di un aumento della componente di aste fissate al sud e isole che, seppure con lieve aumento rispetto all’anno precedente, sono aumentate significativamente dal 2019 ad oggi, a fronte di un calo di quelle del nord. Questo è dovuto alla maggior lentezza dei tribunali delle aree del sud e isole, che quindi impiegano più tempo a concludere le procedure esecutive e concorsuali.

L’inefficienza delle vendite in asta ha un costo, che stanno pagando sia i creditori- non recuperando totalmente il credito- e sia i debitori che restano debitori della banca per la cifra residua non coperta dalla vendita dell’immobile in asta. La nostra missione è proprio quella di rendere più accessibile e diffuso questo tipo di acquisto e far sì che gli immobili in asta vengano venduti in maggior misura, in favore di creditori, debitori, acquirenti e tutto il mercato immobiliare.”- conclude Giulio Licenza.

(Comunicato stampa)

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